L’ultima comunità, appena nata, il primo settembre, si dedica ai mezzi di comunicazione. Tre giovani Oblati che vivono in un piccolo appartamento tra decine e decine di palazzoni di 50, 70 piani stipati di famiglie. Fino ad ora l’avevano gli uffici, ora in via di straferimento in un edificio ancora in costruzione, dove hanno affittato alcune stanze. Con poco e in pochi fanno tantissimo. Da 10 anni hanno due riviste per ragazzi, una in ucraino e una in russo, che entrano in tante scuole. Il giornale nazionale ucraino a più alta tiratura vanta 40.000 copie, la nostra rivistina 10.000. Due anni fa ha ricevuto un riconoscimento dal ministero dell’educazione come rivista didattica per le scuole. Padre Pawel, quando ha ricevuto il premio, ha pianto di gioia pensando al saluto che ogni giorno si doveva dare a scuola quando lui era ragazzo: il maestro o la maestra, entrando, diceva: “Dio non c’è”, e i ragazzi rispondevano: “E mai ci sarà”. Adesso hanno dato vita anche ad un giornale per bambini.
Alcuni anni fa hanno avviato Radio Maria ucraina, che poi hanno passato alla diocesi. Adesso producono programmi per la radio nazionale. Gestiscono una agenzie quotidiana di notizie. E ora… iniziano una televisione che trasmetterà 24 ore al giorno e sarà diffusa via cavo nella città di Kiev con 800.000 abbonati sa una popolazione di 5 milioni.
C’è poi la pastorale! Oggi, domenica, vanno nella loro parrocchia, che ha un raggio di 200, 300 chilometri e comprende diverse città. In una città di 80.000 persone troveranno 5 cattolici, in un’altra di 60.000 ne troveranno 7. Più missionari di così! E sono tutti felici e contenti!
Anche quando hanno cominciato qua a Obukhiv i cattolici erano pochissimi. Oggi, a messa, la chiesa era piena. C’è anche una piccola comunità di suore vietnamite. Messa solennissima, tutta cantata dall’inizio alla fine, con un bel coro di giovani under 20, incenso a sfare… Terminata la messa tutti rimangono a lungo a pregare insieme, davanti alla Madonna. L’omelia l’ha tenuta p. Sergiusz, che ieri mi ha accompagnato a Kiev: è il responsabile dei postulanti e cappellano delle carceri. Un saluto speciale è stato rivolto a Anton, un giovane che ha appena terminato il noviziato e andrà in Polonia per gli studi di teologia; viene dal Tuskmenistan, come anche alcuni postulanti, e oltre la sua lingua parla russo, ucraino e polacco.
Che bello aver visto nascere la Chiesa!
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