“Son già parecchi anni che mi sono dato di gran cuore allo studio delle nostre missioni; ho letto con amore ed entusiasmo e, talvolta, con viva commozione i nostri libri più belli e mi son sentito ardere del desiderio di entrare anch’io a far parte di questa grande e bella schiera di eroi e di santi, che soffrono e combattono sotto tutte le latitudini per allargare il regno del Cuore di Gesù e di Maria.
“Qualche volta faccio il paragone tra il ministero dell’oblato nelle missioni e quello dell’oblato in Italia: allora la bellezza e il merito della vita missionaria mi si presentano con colori così vivi e attraenti dal punto di vista soprannaturale, che la vita in patria mi sembra qualcosa di troppo scialbo, di troppo comodo per la natura…
“Il mio desiderio più forte, quello che mi sembra venire più direttamente dal Signore e risponder meglio ai disegni di Dio sopra di me, è di essere missionario tra gli infedeli. Glielo dico non per un semplice entusiasmo passeggero, ma per convinzione intima: a me pare che le missioni siano il luogo dove lavorerò meglio e dove attuerò più facilmente i miei ideali di santificazione personale e i miei desideri di bene: mi sembra che il mio posto siano davvero le missioni.
“Io vagheggio soprattutto il Transvaal, per andare a dare man forte ai miei cari antichi compagni di scolasticato, ma le assicuro che sarei contentissimo di andare anche nel Natal o a Ceylon o in qualsiasi altra missione”.
“Dopo averle espresso i miei desideri… preferisco lasciare completamente nelle Sue mani – e quindi nelle mani di Dio – la decisone finale. Dinanzi al bivio in cui mi trovo – restare in Italia o andare all’estero – io preferisco restare del tutto passivo, non per mancanza di attrattiva interiore o di convinzione, ma unicamente perché in una cosa di tanta importanza…, vorrei avere la gioia suprema e la sicurezza di essere sospinto in una via o nell’altra, solo dalla mano stessa di Dio”.
È una lettera del 1936 di Padre Gaetano Liuzzo in risposta ad una circolare nella quale il superiore provinciale chiedeva ad ogni Oblato di esprimere i propri desideri per il futuro.
Sto scrivendo la biografia di questo uomo straordinario, alla vigilia del centesimo anniversario della sua nascita.
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