Passeggiare per piazza Navona non in mezzo ai soliti artisti di strada, caricaturisti, espositori di quadri, ma tra gli stand dei libri! La terza edizione di "Roma si Libra", con la presenza di una centinaio di editori romani, rende viva e appassionante la cultura. Si possono passare ore ad incontrare autori, ascoltare letture antichi e contemporanee, conversare sui libri. È quanto ho fatto ieri pomeriggio. È un incanto sentire leggere e lasciarsi trasportare in luoghi diversi, condividere i sentimenti, avvertire la socialità di gente che vibra all’unisono. Mi sono soffermato soprattutto attorno all’editore Lozzi Publishing e alla sua nuova collana di narrativa “Emozioni a Roma”, all’interno del progetto REMO, con lettura di Novelle di Pirandello ambientate a Roma, Lettere di Leopardi da Roma, e soprattutto proposte nuove come quella della scrittrice Lia Levi, l’autrice di “La moglie gentile”, ora alle prese con una storia romana. Lo scopo è quello di far conoscere una Roma al di là dei soliti stereotipi. Chissà che anch’io non possa scrivere un libro sulla Roma vista con gli occhi dei santi, a cominciare da sant’Eugenio de Mazenod?
Tra i suoi numerosi scritti da Roma:
In città io ci vedo solo gli apostoli, i martiri, i santi confessori di tutti i tempi: non esiste angolo di Roma che non sia un monumento di fede e di devozione. La casa in cui son venuto per caso ad abitare, è stato il santuario dove per 25 o 30 anni il cardinal Tommasi ha praticato tante virtù da farlo entrare nel numero dei beati: l'ha santificata con la sua presenza, e la sua stanza c'è tuttora. Non vi ho pure ritrovato il ricordo, il busto e il corpo stesso sepolto in chiesa di quel santo sacerdote, di cui hai sentito parlare così spesso, il grande servo di Dio Bartolomeo Zinelli che fu mio maestro a Venezia ed è morto in odore di santità sotto questo tetto? Qui si ritrovano tutti i santi, da S. Pietro fino al beato Benedetto Labre e ad altri più moderni.
Nella casa dei Lazzaristi mi trovo benissimo: a due passi dal Quirinale dove risiedeva il Papa Pio VII. Questa è la parte più alta della città: dalla mia finestra lo sguardo spazia su tutti i begli edifici che racchiude, distinguo le chiese, le case, financo le strade. L'aria è magnifica.
Rientro a mezzogiorno e mezzo; mangio perché sono a stomaco vuoto, dato che a Roma venerdì e sabato dell'Avvento son giorni di digiuno obbligatorio… Qui i giorni di digiuno sono giorni di penitenza, specialmente per i Provenzali che, nonostante ogni sforzo, non possono mandar giù l'olio pessimo in uso a Roma. Durante le Quattro Tempora si osserva lo stretto magro con proibizione di uova e latticini, ed io ho ringraziato il Signore di non essermi avvicinato a quell'olio orrendo, contentandomi a pranzo di un pezzo di pesce bollito su cui ho spremuto mezzo limone.
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