Anche qui in Ucraina oggi è la festa della nascita di Maria, nove mesi dopo la sua Immacolata Concezione!
Nel Vangelo di oggi Matteo ci racconta l’inizio della divina avventura dell’incarnazione attraverso l’esperienza di Giuseppe. Dio vuol farsi Emmanuale, vuole essere il Dio fra noi e domanda a Giuseppe di riceverlo nella sua famiglia, nella sua casa. L’uomo giusto lo accoglie, pur sapendo che non è suo figlio, perché Figlio di Dio; frutto non del suo sangue, ma di Spirito Santo; non discendenza carnale della stirpe di David, ma dono di Dio alla sua stirpe.
Ma accogliere il mistero è un’esperienza che può incutere timore. “Non temere, Giuseppe”, dovette dire l’angelo a Giuseppe, timoroso di essere coinvolto in un progetto più grande di lui. “Perché proprio io?”, si sarà domandato. “Perché entrare in questo progetto di Dio che mi sorpassa infinitamente? Meglio ritirarsi in buon ordine”, pensò.
Anche per noi può arrivare il momento in cui ci troviamo coinvolti in un progetto troppo grande, che ci sorpassa, a una chiamata che ci spalanca orizzonti impensati, come quella che si è presentata il giorno in cui ci è stato chiesto se eravate disposti ad essere ordinati vescovi.
Un angelo appare anche a noi, come a Giuseppe, e ci dice: “Non temere”, perché questa chiamata viene da Dio, è frutto del suo amore. Anche su di noi, come su Maria, scende la “potenza dell’Altissimo”. È lui che ci rende strumento del suo amore. Di cosa dunque temere se lui verrà ad abitare in noi, ad agire con noi?
Abbiamo celebrato la Messa con una gioia grandissima, ricordando che il nostro nome – Oblati di Maria Immacolata – è un “passaporto per il Cielo”!
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