I conti Guidi, la battaglia di Capaldino, Guelfi e Ghibellini, Dante Alighieri… Basta vedere il castello di Poppi che subito ti assalgono secoli di storia medievale. Lo abbiamo visitato sulla via del ritorno a Roma, un tocco artistico finale ad una settimana vissuta nel mondo interiore, terminata nella più bella espressione artistica, Maria Immacolata. I nostri testi dicono che per gli Oblati “non si tratta d’avere per Maria Immacolata una devozione ordinaria. Si tratta di una specie di identificazione con Maria Immacolata”.
Non possiamo vivere la nostra missione senza di lei, che sant’Eugenio contempla come “Madre della missione”, “Madre di misericordia”, “Scala di misericordia”, “Nuova Eva”, “Corredentrice”, “Madre delle anime”, “Madre spirituale di una moltitudine innumerevole di figli di Dio”, “la grande nemica dell’impero del demonio”, “Dispensatrice di grazie”…
Siamo Oblati di Maria Immacolata. Offerti come lei, sul modello di lei, uniti nella sua medesima adesione all’offerta di Cristo. Lei ci insegna come come unirci al suo mistero pasquale, come si diventa suoi cooperatori.
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