Avevo letto che Dallas si trova nella “Bible belt”, quella particolare fascia dell’America che costituisce appunto una “cintura biblica”. Nella mia ignoranza pensavo che il nome dato a questa regione fosse dovuto al fatto che vi si nutre un particolare amore per la Bibbia e la si vive intensamente. Mentre viaggiavo verso la città mi è crollato il bel castello che mi ero costruito. Mi dicono che “Bible belt” è sinonimo di zona con maggioranza protestante. Perché, mi viene da pensare, la Bibbia è esclusiva dei Protestanti? Seconda delusione: “Bible belt” in pratica significa che in questa zona c’è un pullulare di chiese e comunità di ogni genere. Come, la Bibbia invece che unire divide? Terza delusione: “Bible belt” indica anche che qui si pratica una lettura letteralista e fondamentalista della Bibbia. Conseguenza di questa terza accezione di “Bible belt”: adesso questa regione è la più atea degli Stati Uniti. Lo credo bene, come fa uno che conosce anche appena la storia e la scienza e che legge la Bibbia in maniera letterale a non ritenere questa un libro antistorico e antiscientifico? Ne ho avuto la riprova ieri sera al telegiornale, quando hanno intervistato alcuni pastori protestanti atei. “Non posso più credere all’arca di Noè, ha detto uno di loro, quindi la Bibbia non può essere vera”. Continuano il loro ministero di pastori perché non hanno altro lavoro… La lettura fondamentalista si ostina a rimanere alla superficie del testo, senza che esso diventi un cammino per un autentico incontro con la Parola di Dio e un’esperienza profonda con lui. È una lettura miope, fatta da soli, senza il grande respiro di tutta la Chiesa.
Sta per essere pubblicata l’esortazione apostolica di Benedetto XVI sulla Parola di Dio nella vita della Chiesa. La leggeremo d’un fiato e ci spingerà a rileggere con rinnovata passione la Bibbia, per scoprirvi Dio e il suo messaggio di salvezza, per entrare in un dialogo sempre più profondo con lui, per vivere la nostra comune figliolanza.
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