Una riflessione di Fabio Ciardi ricorda il ruolo imprescindibile della Sacra Scrittura nel dipanarsi dei destini dell’umanità, e non solo dal punto di vista religioso: ogni ricerca del bello, del vero o del bene deve prima o poi fare i conti con il Libro
Recensione di Maurizio Schoepflin sul libro "La storia di Dio e la mia": "Avvenire" 6 novembre 2010 p. 25.
«Che mondo sarebbe senza la Bibbia?». Non vorrei apparire irriverente iniziando la recensione di questo bel volume con lo scimmiottare un ben noto slogan pubblicitario. Ma la domanda è legittima e la risposta obbligata: diciamo pure che il mondo, il nostro mondo non esisterebbe neppure. Una volta tolto il Libro Sacro, scomparirebbe l’intera storia dell’umanità, almeno come essa è venuta sviluppandosi lungo i secoli fino a oggi. «La Bibbia – scrive Fabio Ciardi, missionario oblato di Maria Immacolata e docente presso il Claretianum – è il punto di riferimento imprescindibile della nostra cultura, la stella polare a cui si sono orientati tutti, credenti e non credenti, quando hanno cercato il bello, il vero e il bene, magari anche per respingerne la guida e vagare altrove». Dunque, non v’è alcun dubbio circa il fatto che la Sacra Scrittura occupi il posto centrale nella millenaria vicenda della civiltà occidentale; ma essa non è soltanto il "grande codice dell’umanità": nella Bibbia – afferma ancora Ciardi – «trovo la storia di Dio e anche la mia». Ecco un punto decisivo. Nella Scrittura si svolge uno straordinario dialogo: il Padre parla con i figli e i figli parlano con il Padre, perché una sola è lingua che li accomuna. Tale dialogo conosce il punto più alto e la realizzazione definitiva in Gesù Cristo, il Verbo fatto carne, il comunicatore perfetto che ha rivelato pienamente Dio all’uomo. Scrive a questo riguardo l’autore: «Le parole della Bibbia m’incantano. Ma la Bibbia svela qualcosa che va al di là delle parole, svela una persona: Gesù. Il cristianesimo non è soltanto o primariamente un ideale, un’etica, un sistema organico di verità; è la persona di Gesù e l’adesione a lui».
Frutto di un ciclo di conferenze tenute a Cuba, il libro è diviso in tre capitoli che mettono in luce l’iniziativa di Dio che si rivolge all’uomo, la risposta di questi alla sollecitazione divina e, infine, la feconda relazione che viene a instaurarsi tra il Signore e l’umanità sulla base della Parola custodita proprio nella Sacra Scrittura. Giovanni Crisostomo racconta che, ai suoi tempi, a Costantinopoli c’erano donne e ragazzi che portavano legato al collo il libro dei Vangeli per averlo sempre con sé. Usanza davvero suggestiva che ci fa comprendere quanto grande sia sempre stato l’attaccamento dei credenti alla Parola di Dio. Oggi, una tale usanza forse farebbe sorridere, ma la vicinanza del Libro Sacro all’uomo è più profonda di quanto si possa immaginare. Ha affermato Elias Canetti: «Anche se non la leggi, tu sei nella Bibbia».
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