domenica 19 luglio 2020

I colori del mare


Sono circa 1200 le barche ormeggiate a Ripa di Traiano, ma quella sulla quale salgo è unica, come unico è il capitano e unico il mozzo.
Il paranco avvicina la barca al molo. Si cala la passerella ed eccomi per la prima volta su una barca a vela: i sogni prima o poi si avverano, basta avere la pazienza di aspettare.
La preparazione per lasciare la banchina si avvia con lentezza, tra cime da slegare e legare, verifiche, piccole manovre… un rituale minuzioso e necessario. Solo tre metri dividono la terra dalla barca, e sono due mondi distanti l’uno dall’altro, con logiche e leggi diverse.


Sono in mani esperte. Posso mettermi comodo e godermi il gioco dell’acqua e del vento, l’alzarsi della randa e lo sciogliersi del fiocco, l’inclinarsi della barca, la terra che si fa piccola piccola e il mare che si dilata e mi abbraccia.
Poi il silenzio.

“Ecco il mare ampio e spazioso, là brulicano innumerevoli animali piccoli e grandi; là passano le navi e il Leviatan che hai plasmato per tuo divertimento” (Salmo 104, 25-26).
Il Leviatan non si è fatto vedere, in compenso è apparso un delfino…




Assieme a Mario Luzzi ho contemplato i colori della pelle del mare:

“Si ara, si pettina
si struscia
contro se stesso
il mare
pizzicato dall’aria,
mordicchiato dal vento
nella verde-azzurra pelle.

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