Non siamo la basilica di san Giovanni in Laterano, ma anche la nostra
cappelle ha l’onore di celebrare ogni anno la festa della sua dedicazione, il
12 novembre. La consacrazione avvenne il 10 novembre 1950, ma non si sa come mai la festa
della dedicazione fu fissata al 12 novembre, come attesta la lapide
commemorativa sulla parete d’entrata. Il diario della comunità ricorda, con
sobrietà, che fu consacrata dal Vescovo Traglia del Vicariato di Roma. Il diario degli studenti di teologia è più colorito: si divertono a descrivere
il cerimoniere con il pizzo e con un cipiglio e un fare altero e aggressivo degno
di una persona che si sente al centro dell’attenzione.
La nostra cappella non è la basilica lateranense, eppure ogni giorno i
celebranti la messa sono forse più numerosi. Ogni giorno vede la comunità
riunita per la preghiera silenziosa e per quella che facciamo insieme. In fondo
abbiamo i nostri santi e beati che ci proteggono le spalle e ci spingono a
rivolgerci in avanti, verso la bella statua della Madonna del sorriso e verso
Gesù eucaristia.
Lo
sappiamo che la presenza di Dio non è racchiusa da un luogo, neppure dalla
nostra bella cappella. Egli è qui, ma per uscire ed entrare nelle nostre stanze, negli
uffici, all’università dove si recano ogni giorno i nostri studenti, nei vari
posti di lavoro in città, nella varie parti del mondo dove ci porta la nostra
missione. Ogni ambito di vita può diventare una chiesa, un luogo dove Dio si
rende presente, grazie a noi pietre vive. Bastano due o tre pietre vive per
costruire il tempio santo. Gesù ha promesso di essere presente lì dove due o
tre sono uniti nel suo nome , di essere con noi sempre, fino alla fine del mondo. E' così che ognuno di noi,
anche personalmente, può diventare tempio vivo, capace di portare Dio ovunque.
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