“Uno del condominio aveva urtato la mia auto danneggiandola. Davanti
alle mie rimostranze negava e minimizzava. Gli ho tolto la parola, perché il
suo modo di fare non mi sembrava corretto”.
Sono al Centro Mariapoli di Castelgandolfo. Una giornata intensa, con 1.300
persone provenienti da tutto il Lazio per raccontare cosa si sta facendo per il
“Progetto Italia”, nel campo della legalità, dell’accoglienza degli stranieri,
del lavoro, del dialogo con i musulmani... Quante iniziative, quante esperienze
positive, quanto coraggio e creatività nell’affrontare le situazioni difficili
nelle quali si dibatte questa nostra povera Italia.
Giovanni, un uomo stagionato, calmo e pacifico, con la mani grandi e
callose del lavoratore, mi ha fermato per raccontarmi la sua esperienza. Ci siamo
incontrati alla Mariapoli qualche mese fa e siamo diventati amici.
“Subito dopo la Mariapoli – continua parlando della sua auto e del suo
vicino –, tornando a casa, vedo da lontano uno che sta cercando di trasportare
un grosso scatolone, ma vedo che fa difficoltà. Vado ad aiutarlo, mi dico.
Quando gli sono davanti mi accorgo che è quel vicino che mi ha danneggiato l’auto
e con il quale i rapporti sono ormai freddi. Sono un po’ imbarazzato, ma mi
ricordo che sono stato in Mariapoli: Hai proprio bisogno d’una mano, gli dico,
e lo aiuto a trascinare il pesante scatolone su per le scale fino al suo
appartamento. Arrivati lì siamo tutti e due sudati e ancora un po’ imbarazzati.
Gli dico: Andiamo a prendere un caffè. Mentre prendiamo il caffè lui mi fa: Non
credevo che avresti fatto un passo del genere. Ora tutto si è rappacificato. Abbiamo
ritrovato un rapporto da buon amici e ci salutiamo con sincerità”.
Nessun commento:
Posta un commento