mercoledì 6 novembre 2013

Le differenze di casta non sono soltanto in India


Gregory Arokiaswamy è un Datit, un “fuori casta”, un “intoccabile”. Ma è il ragazzo più felice del mondo, un Dalit riscattato, libero. Fra pochi giorni difenderà la sua tesi di dottorato sulla conversione dei Dalit in India e sulla loro responsabilità morale nei confronti della dignità umana. Questa sera ci ha presentato il suo lavoro in una brillante conferenza.
La divisione in caste è un argomento tabù in India. Nei miei viaggi e nei miei convegni all’università di Mumbai non ne ho mai sentito parlare. Eppure è una realtà. Si nasce in una casta e non si può cambiare destino. Le discriminazioni sono una realtà inscritta nel karma. Che è fuori casta, come i Dalit è discriminato più di tutti gli altri: non ha diritto di entrare nel tempio e di leggere le scritture hindu, deve abitare in luoghi separati, non può possedere terre, deve fare i lavori più umili... Vive nella vergogna.
Non c’è quindi da meravigliarsi se oggi il 70-75 % dei cristiani in India sono Dalit. Nel cristianesimo sperimentano dignità umana, libertà dall’oppressione di casta, l’amore di Dio…
Ma le discriminazioni sono dure a morire. Dopo due millenni di cristianesimo soltanto dal 1990 è iniziata la promozione delle vocazioni al sacerdozio tra i Dalit. I cristiani Dalit sono il 70-75 %, ma tra le più di 100 diocesi in India si contano soltanto 3 vescovi Dalit.
Non c’è da scandalizzarsi. Le discriminazioni sono presenti in modi diversi in ogni cultura, in ogni parte del mondo. Anche da noi chi nasceva (o nasce?) nobile rimane nobile per tutta la vita, diverso da chi non è nobile e rimane nella sua casta. Anche da noi ci si sposava (o sposa?) soltanto tra persone dello stesso ceto sociale. Anche da noi per secoli i vescovi provenivano esclusivamente dalla nobiltà. E sembrava normale. Ora le caste sono regolate dalla ricchezza, dalla politica, dalla carriera, dal successo, continuano ad essere presenti, rinchiudendo ognuno nel proprio mondo, evitando che ci si “contaminarsi” con altri mondi.

Sono contento di avere, tra i membri della mia comunità, come mio fratello, un Dalit.

1 commento:

  1. Per l'intera mattinata ho riflettuto sul argomento della discriminazione tra gli uomini che mai sarà risolta con le forze umane .Solo l'intervento del Cristo Redentore potrà armonizzare i componenti dell'umanità e disporli come in una meravigliosa orchestra che suonerà insieme nel Regno di Dio .Quest'armonia viene immaginata da San Paolo come quella che regna nel corpo umano dove si trovano in piena collaborazione tutti i vari organi e le innumerevole cellule viventi . Questo insieme che vive e pulsa con Cristo è il Corpo Mistico di Gesù risorto .Questi pensieri mi hanno riempito di gioia e sento il dovere di ringraziare .

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