Ho già accennato alla storia della corona che, in forme diverse è passata di mano in mano: indù, buddhiste, cristiane, musulmane… Ognuno la usa in modo diverso, alcuni soltanto per sfregarla tra le mani e farne uscire un rumore che accompagna la preghiera. Quando nel 2000 sono stato in Ucraina ho scoperto la ciotky, una corona di corda con cento nodi che lì, nella tradizione orientale, serve per recitare la preghiera del cuore: una litania infinita nella quale si ripete costantemente il nome di Gesù.
Appena me l’hanno regalata ho iniziato il primo uso improprio di una corona. Penso che Dio è padre e lascio scorrere i grani della ciotky dicendogli che è grande, buono, onnipotente, radice, creatore del cielo e della terra. Gli dico: “Tutto ami, a tutto dai vita, tutto sostieni, misericordioso...”. A mano a mano che le dita lasciano passare ad uno ad uno i nodi del rosario nuovi nomi del Padre mi affiorano sulle labbra, sempre più veri, sempre più belli... Non pensavo fossero tanti. Ad ogni grano una realtà di Dio. Lo vedo nell’atto di generare il Figlio, lo vedo nell’atto di aspettare fiducioso il figlio minore che se n’è andato di casa... I cento grani della ciotky passano in un soffio, ma posso subito ricominciare pensando che Lui è Madre. L’amore si veste ora di nuove forme e di nuovi nomi e miei cento grani sono nuovamente vaporizzati. Ma posso chiamarlo fratello e amico, e sposo e l’amore si mostra sempre più profondo e la lode di Dio più adorante.
Poi passo al Figlio, Dio da Dio (un grano), Luce da Luce (un altro grano), Dio vero da Dio vero (un altro grano), generato non creato (un altro grano), della stessa sostanza del Padre (un altro grano), bellezza (un altro grano), splendore, forma del creato... Quando poi passo ai nomi di Gesù che trovo nel vangelo non mi bastano più 100 grani: Via, Verità, Vita, Pastore buono... La lode allo Spirito mi fa scoprire l’intimità stessa di Dio l’Amato, l’Amante, l’Amore...
Se mi ritrovo tra le mani la corona del rosario mariano con le cinque decine è lo stesso, la uso per far passare tra le dita tutti gli attributi e le lodi di Dio. Proprio un uso improprio…
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