Era alla fine dell’università quando sentì la chiamata (ma cosa sentono, come lo sentono? il mistero permane e non me ne capacito). Gli amici insorgono contro il progetto folle: “Hai studiato tanti anni, stai per laurearti brillantemente, hai già proposte allettanti d’impiego. Sei impazzito?”.
I discorsi degli amici non lo scalfiscono di un’ette, tanto è forte e limpido il desiderio di seguire Gesù e di diventare missionario: “Ho imparato a costruire strade: ciò aprirà le vie al Signore!”.Ma quando la laurea arriva veramente e le offerte di lavoro si fanno incalzanti e seducenti, il dubbio lo assale. Perché sprecare gli anni più belli? Perché sprecare tanto impegno e tanto studio? Per preparare le vie al Signore non mi servono i miei sette anni di università. Devo proprio buttarli al vento?
Anche quella mattina, come ogni giorno, entra in chiesa. Si legge il vangelo di Maria di Magdala che profuma i piedi di Gesù. In un intenso gesto d’amore la donna non soltanto lo aveva accolto in casa sua, ma aveva comprato un vaso di profumo di nardo di ingente valore e non esitò ad infrangerlo per Gesù. “Perché tanto spreco?”, si udì gridare mentre la fragranza dell’odore riempie la casa. “Lo ha fatto per me”, rispose Gesù.
Francesco ascolta quel dialogo con in mano la sua laurea di ingegnere: “Sì, anch’io l’infrango ai tuoi piedi, la spreco per te”.
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