1. Come fondatori e fondatrice hanno pensato allo
sviluppo della loro opera dopo la loro morte; 2. Il passaggio dal fondatore alla
generazione successiva; 3. Una riflessione dottrinale.
Sono i tre punti nel quale ho articolato il mio contributo
su “La trasmissione del carisma alla luce della storia della spiritualità”,
all’interno del libro Trasmettere un carisma perché lo Spirito Santo zampilli sempre nuovo, a cura di Anna Pelli e
Piero Cosa. Un’opera con un cast d’autori d’eccezione: Anna Maria Rossi, Sergio
Rondinara, Florence Gillet, Adriana Cosseddu, Gérard Rossé, Vincenzo Di Pilato,
Stefan Tobler, Bernard Callebaut, Francisco Canzani, Alberto Lo Presti, Pál
Tóth, Jesús Moràn.
L’intento del volume è offrire una prima ricognizione sul
tema che attraversa il Movimento dei Focolari nella presente stagione
post-fondativa: la trasmissione del carisma ricevuto in dono, a partire dal suo
nucleo fondante che è dato riconoscere nell’unità e che lo qualifica nella sua
essenza e nella sua missione.
Punto prospettico della riflessione, sviluppata in brevi saggi ad opera di membri della Scuola Abbà, è una pagina che Chiara Lubich ha scritto il 25 luglio 1949. È una pagina che, nel consegnarci la forma del trasmettere, inteso nell’ampio significato del corrispondente etimo latino, tradere, si staglia nella sua pregnante chiarezza, nella sua lungimiranza profetica. In essa, tra l’altro, si legge: «nell’attimo della mia morte cadrà sulle mie anime lo Spirito Santo che è in me in tutta la sua pienezza». La grazia di luce donata a Chiara per un carisma particolare, diventa grazia di luce per quanti sono chiamati a partecipare al suo carisma e può rendere ognuno protagonista nella costruzione dell’opera di Dio.

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