Nel lessico familiare degli Oblati sono presenti tante
parole che ci sono care e che ci definiscono, dalle più allegre come “Una
specie di Gesuiti di campagna”, “OMI = On Mange Ici”, “OMI = Out More than In”,
alle più impegnative come “Audacieux pour l’Évangile”, “Close to the poor”, “Mihil
linquendum inausum”, “Usque ad internecionem”, “Specialisti delle missioni più
difficili”…
Ci sono le parole che descrivono sant’Eugenio, come: “Un
cuore grande quanto il mondo”, “Inconditionnel de l’Église”, “Uomo dei desideri”,
“Mistral”, “Uomo dell’Avvento”…
Al termine di questa Esperienza de Mazenod una definizione
brilla, al di sopra di tutte, come sintesi finale: “Passionné de Jésus Christ”.
Così Paolo VI definì sant’Eugenio il 19 ottobre 1975, giorno della sua
beatificazione. Una definizione che ogni Oblato vuole fare sua, in risposta all’interrogativo
che il 2 ottobre 1986 il papa Giovanni Paolo II rivolse ai membri del Capitolo
generale: «Cristo Gesù è veramente al centro della nostra vita?».
La rinnovata passione per Gesù è forse il frutto più bello
di questa Esperienza de Mazenod.

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