giovedì 16 ottobre 2025

La gioia di un padre per il figlio

A Marsiglia per seguire il cammino di sant’Eugenio. Abbiamo iniziato dalla chiesa di san Ferréol, sul porto. In una cappella c’è la tomba di famiglia, dal 1500, con tanto di stemma! Ultimo sepolto è il nonno di Eugenio

Nel mio romanzo sulla vocazione di sant’Eugenio mi immagino che appena sbarca a Marsiglia va subito sulla tomba di famiglia e promette agli antenati che rifarà grande il casato…

In questa stessa chiesa tornerò regolarmente anni dopo, per incontrare ogni mese il vecchio p. Magy per discernere con lui la propria vocazione. Deve proprio diventare prete? Alla fine p. Magy gli scrive: «Sono inutili ulteriori esami, la tua vocazione è luminosa come il sole in pieno meriggio nel giorno più sereno».

Vi tornò anni dopo con i suoi Missionari di Provenza per predicare la missione cittadina, nel 1820. Parlava ogni giorno alla gente nella chiesa, in provenzale, cominciando alle 6 del mattino, prima che iniziasse il lavoro. Gli ascoltatori erano gente semplice, marinai, pescatori, pescivendole… Alle 4 del mattino c’era la fila ad aspettare che aprissero la chiesa.

Di quella missione non ha lasciato niente di scritto perché troppo preso dalla gente: l’ascolto, le confessioni, le visite alle famiglie... Sappiamo però tanto sia dai giornali, sia soprattutto dalle lettere che il padre di Eugenio scriveva al fratello Fortunato che stava a Aix. Carlo Antonio de Mazenod era rientrato in Francia due anni prima, dopo ventisette anni di esilio in Italia. Si era fermato in un modesto appartamento a Marsiglia perché non poteva certo andare a Aix, dove non aveva più casa, la moglie si era divorziata e l’attendevano solo i creditori. Naturalmente durante quella memorabile missione non mancava di essere presente in chiesa a sentire suo figlio. Una volta, al termine della predica, la gente scoppiò in un applauso che non finiva più. Allora il povero vecchio non potette trattenersi e a una donna che aveva vicino disse tutto orgoglioso: “Quello è mio figlio!”. La donna lo abbracciò di slancio… Forse fu la sola consolazione di quegli ultimi difficili anni. Soltanto il fratello Fortunato, ogni mese, andava a trovarlo, nessun’altro della famiglia.

Poteva essere orgoglioso di quel figlio. Aveva seguito la processione finale della missione. Una grande croce, che dovette essere portata da 16 uomini tanto era pesante, iniziò la processione dalla chiesa sul porto e attraversò tutta la città parata a festa. Durò sei ore, fino a quando giunse di nuovo al porto dove la croce venne caricata su un barcone assieme alla banda musicale, attraversò il porto, e fu accolta dal vescovo dall’altra parte del porto e piantata alle Accoules.

Sono tornato a vedere la casa dove il presidente della corte dei conti di Aix (ormai aveva dimenticato da tempo quel titolo!) aveva il suo piccolo appartamento e dove è morto il 20 ottobre 1829, l’anno stesso che aveva seguito la missione.

«Che bella morte! – ricorderà anni dopo sant’Eugenio. Quanta pazienza, quanta rassegnazione, quanta devozione alla Beata Vergine, quanta pietà! Fui io ad amministrargli il sacramento dell'estrema unzione. Con quanta fede rispondeva a tutte le preghiere! Stavo adempiendo a un dovere molto doloroso per la mia natura, ma molto consolante su piano spirituale, esortandolo fino all'ultimo respiro. Quanto apprezzò tutto ciò che il buon Dio mi diede la forza di dirgli! "Abbi cura della mia povera anima, mio ​​buon figlio", mi disse. Quando non ne potevo più, uscivo un momento nel vestibolo per dare sfogo ai miei singhiozzi. Poi tornavo, sostenuto dalla grazia del mio santo ministero, per continuare le mie brevi ma continue esortazioni. Mai ho parlato a un morente con più unzione. Mi sembrava che con ogni parola elevassi mio padre a un grado di gloria nell'eternità. Godeva molto delle mie parole, o meglio dei sentimenti che il buon Dio mi ispirava. Conservò la conoscenza, fino al suo ultimo respiro. Mi aveva confidato che non aveva passato un solo giorno della vita senza invocare la Beata Vergine e che non aveva mai voluto leggere un libro contro la religione, eppure la sua giovinezza era stata tempestosa. Oh! santa fede, quale tesoro per un'anima che la custodisce!».

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