Quante sono le chiamate nella nostra vita?
Penso a Pietro. La sua prima chiamata è stata quando Andrea lo porta da Gesù, che gli dà un nome nuovo. Una seconda sul lago; i
vangeli la narrano in due maniere diverse. Una terza quando risponde
alla domanda di Gesù su che egli sia. Una quarta quando si mette davanti
al Maestro e vuole indicargli la strada; Gesù lo rimette al suo posto, in
posizione di seguirlo. Una quinta quando Gesù lo guarda nel cortile del sommo
sacerdote, dopo che egli lo ha rinnegato tre volte. Una sesta sul lago,
quando il Risorto di nuovo gli ripete, come la prima volta, “Tu, seguimi”.
Forse nei Vangeli se possono scorgere altre. Ci sono due nuove chiamate negli Atti degli apostoli. Per non parlare della tradizione
che lo vede a Roma quando, davanti alla persecuzione, abbandona la città e Gesù
gli passa accanto, camminando in senso contrario. “Maestro, dove vai?”. Quo
vadis? “Vado a morire a Roma” e tacitamente lo chiama ancora una volta a
seguirlo.
Quante sono le chiamate nella nostra vita?
Sono sempre nuove, e ogni volta chiedono risposte nuove,
sempre coraggiose, in una perseveranza fino alla fine.
Fino a quando giungerà l’ultima chiamata: “Vieni e seguimi”.
Quella che ci introdurrà in paradiso.

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