sabato 11 ottobre 2025

A Lérins, nel chiostro del paradiso

Ci sono dei sogni che neanche ti sogni di sognare tanto sono impossibili. Come andare nel monastero sull’isola di Lérins. Eppure a volte anche i sogni più impossibili si realizzano. E sono sull’isola di Lérins, davanti a Cannes. Diciamo per caso…

Meritava soltanto il viaggio in treno che ha attraversato il parco delle Calanche, quello della Sainte-Baume, con quei boschi meravigliosi intervallati da vigne e oliveti. Da Fréjus a Cannes una costa d’incanto. E poi con un cielo come quello di oggi, azzurro come il mare.

Il traghetto impiega una ventina di minuti perché l’isola è vicina alla terra ferma, eppure apre panorami d’incanto, con le colline costiere sfumate da una leggerissima foschia, perse nell’orizzonte che si confonde tra cielo e mare.

Ho camminato per l’intero perimetro dell’isola, lunga appena un chilometro, tutta costeggiata da bosco. Al centro vigne e olivi. E poi l’abazia, con vicino l’abazia fortezza dove, durante le invasioni barbaresche, la vita continuava imperterrita.

È uno dei primi centri monastici dell’Occidente, sorto all’inizio del 400. Una vita profonda, tanto che tutti i primi abati sono divenuti vescovi nelle diverse città della Provenza. Da 1600 anni qui si prega ininterrottamente, con una piccola parentesi dopo la Rivoluzione francese. Anche oggi ho ascoltato le preghiere di intercessioni dei monaci: molte, abbracciano tutte le realtà umane, pregano per tutto e per tutti.

Ho letto la Regola dei Quattro Padri, la prima scritta per la comunità di Lérins, una delle regole monastiche più antiche. L’inizio è straordinario, afferma che una volta riuniti per scrivere la regola i quattro padri (in realtà sono tre), hanno chiesto insieme al Signore di donare loro lo Spirito Santo perché li istruisse. Andando avanti nella lettura continuano ad affermate che lo Spirito Santo li ha guidati, ha fatto capire loro… E sempre citano parole della Scrittura. Questo fa lo Spirito Santo: suggerisce le parole di Dio e come viverle. La regola è questo!

La seconda Regola dei Padri inizia parlando subito della carità che riunisce i monaci nell’unanimità… Si capisce perché questo monastero abbia irradiato tanta vita.

Poi nei secoli è subentrata la Regola benedettina e oggi ci sono i Cistercensi, una ventina… Da Onorato a Benedetto a Bernardo.

Ed ecco come Bernardo descrive il suo monastero, che vede come un piccolo paradiso in terra, dove ognuno dei monaci opera e vive in modo diverso dando grande ricchezza alla comunità:

«Sì, davvero, il chiostro è un paradiso, una terra difesa dal baluardo dell'obbedienza alla Regola, e dove c'è una ricca abbondanza di beni preziosi. È una cosa gloriosa per gli uomini uniti dallo stesso modo di vivere nella stessa casa; quanto è buono, quanto è dolce vivere come fratelli tutti insieme. Guarda: uno piange sui suoi peccati, un altro esulta nelle lodi di Dio; questo serve tutti, quello istruisce e istruisce gli altri; uno prega, un altro legge; uno mostra misericordia, un altro punisce i peccati; uno è ardente di carità, un altro si distingue per la sua umiltà; uno si mostra umile nel successo, un altro manifesta la sua elevazione di spirito nelle avversità; uno si spende in una vita attiva, un altro rimane tranquillo in una vita contemplativa. Puoi allora esclamare: “Questa è la dimora di Dio. Quanto è tremendo questo luogo”; non è altro che una casa di Dio e la porta del Cielo».



Nessun commento:

Posta un commento