sabato 16 agosto 2025

Di nome faceva Arturo

Remo Rapino, Di nome faceva Arturo, Città Nuova 2025.

Che romanzo! Il primo capitolo mi ha lasciato un po’ sconcertato e avrei voluto chiudere il libro. Il suo andare per campi in maniera un po’ sconclusionata non mi attirava, poi invece, come dirò presto, mi apparirà come un valore aggiunto, di gran pregio. Chi me l’aveva dato ha insistito perché proseguissi. Ne è valsa la pena! Mi si è aperto un insospettato mondo immaginifico.

Le persone che vi compaiono entrano dentro lentamente, una dopo l’altra, con calma, senza accalcarsi. Senza che te ne accorga diventano persone familiari, amiche, te le senti camminare accanto e tu cammini con loro. Arturo Sabatini, Orefice Lunardo, Florinda Roselli, Alvaro Scatorza, Bartolo Fumante, Angiolino Valfiorito, financo il cane Canè. Anche quelli che rimangono in secondo piano, come Cecilia Manes, don Antonio Morelli…

Un racconto semplice e nello stesso tempo imprevedibile: un manovale che trova un libro per caso e arriva a costruire una biblioteca. A tratti la narrazione diventa confusionaria perché va dietro a mille distrazioni e si lascia andare a ricordi, impressioni, suggestioni, sentimenti, sguardi, silenzi... È il bello della vita normale di ogni giorno, che va avanti così. Grazie anche a queste continue deviazioni sul tema, la scrittura si fa particolarmente ricca, suggestiva, fantasiosa, straordinariamente bella.

Il cuore del romanzo – così sembra a me, naturalmente – non è dato tanto dalla centralità dei libri, quanto dal racconto delle storie scritte nei libri. Arturo Sabatini s’appassiona dei libri, li cerca, li raccoglie, li restaura, li classifica… Ma la sua passione vera sta nel raccontarli alle persone del quartiere degradato nel quale vive, ai ragazzi, ai vecchi, gli operai, agli analfabeti, così da farli sognare. Sembra che i libri esistano per essere raccontati più che per essere letti. 

È quello che ho sempre pensato anch’io. Invidio Arturo Sabatini: piacerebbe anche a me poter scrivere l’annuncio che apparve a Casal del Campo: “Sabato, domenica e giorni festivi dopo il tramonto nel cortile di Fabio Ciardi venite tutti ad ascoltare storie mirabili e meravigliose insieme a un tocco di pane, un vinello alla buona. Ingresso gratuito (ma se portate qualcosa è meglio)”.

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