lunedì 17 ottobre 2022

Sant'Elia a Cagliari

 


Parto con un cielo che è un canto di luce e termino con un’altra sinfonia di colori.

Bastano queste due foto per sintetizzare la mia giornata.

Appena giunto a Cagliari mi arrampico sul colle sant’Elia, all’estremità sud della città. Un promontorio roccioso che ospita il faro e deve il suo nome a un martire omonimo dei primi secoli, un eremita che abitava nelle grotte ancora oggi visibili. I Carmelitani, nel 1500, vi costruirono il loro convento e l’Elia anacoreta cedette il posto a Elia il profeta. Le incursioni saracene obbligarono i Carmelitani a traslocare in città e lassù adesso è rimasto un forte costruito a difesa di Cagliari.

Rocce, arbusti, sole, mare. Luogo splendido e selvaggio.









Sotto, la chiesa di sant’Elia e l’omonimo quartiere di case popolari, la zona più problematica della città con molte criticità sociali. Un luogo proprio adatto per gli Oblati, qui da un anno appena. La chiesa, spartana, è dominata da una grande pittura della Trasfigurazione con un Elia burbero con spada (uccise i quattrocentocinquanta profeti di Baal!). Nel pomeriggio è “trasfigurata” da un’inondazione di sole che riverbera dal mare di fronte e la rimbellisce.

Quando vi giungo stanno terminando la consegna degli alimenti alle famiglie bisognose e sono salutato con calore da alcuni volontari che hanno aperto un centro di ascolto: un paio di loro sono stati con me in Terra Santa qualche anno fa (quando si dice che il mondo è piccolo…). Per il resto vedremo nei prossimi giorni.




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