mercoledì 20 luglio 2022

Restare o andare?

I primi a voler restare furono Pietro, Giacomo e Giovanni, che Gesù s’era portato con sé sul monte della trasfigurazione. Avrebbero voluto fare tre capanne perché gli altri tre, Gesù, Mosè e Elia si fermassero con loro. Non avrebbero più voluto discendere.

C’è poi Maria di Magdala che avvinghia il Risorto e non vuole più lasciarlo andare via.

Lo stesso per i due di Emmaus: “Resta con noi, Signore…”. Non voglio che vada oltre.

Gli apostoli, dopo che hanno visto salire Gesù al cielo, restano incantati e non si muovono dal loro posto.

Ma per tutti arriva il tempo di andare.

Pietro, Giacomo e Giovanni devono discendere dal monte, per affrontare la passione.

Maria deve mollare la presa obbedendo al suo Signore – “Non mi trattenere…” – che la invia a dare l’annuncio ai suoi discepoli.

I due di Emmaus, proprio nel momento in cui lo riconoscono, lo vedono sparire e corrono a condividere l’esperienza con gli altri.

Gli apostoli a Pentecoste sono apostrofati dagli angeli: “Che state a guardare in cielo… andate”, e andarono in tutto il mondo ad annunciare il Vangelo ad ogni creatura.

È legge evangelica: non ci si può arrestare a contemplare: “contemplari et contemplata alliis tradere”; più è profonda l’unione con Dio più forte è il richiamo all’annuncio. E viceversa: non c’è missione senza contemplazione. È il binomio sempre dinamico e fecondo di consacrazione e missione. 

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