mercoledì 13 luglio 2022

Cinque sguardi sul fondatore

È stagione di Capitoli generali degli Istituti religiosi, complice anche la pandemia che ne ha fatto procrastinare parecchi. Ieri è iniziato quello dei Figli dell’Immacolata, che ha per tale tre F: Fondatore, Fraternità, Formazione. A me l’onore della prima relazione sul primo dei tre temi. Nella loro cappella mi è piaciuto il dipinto che ritrae il fondatore, il beato Luigi Monti che assieme ad un altro beato e ai discepoli, si pongono alla sequela di Gesù…

Ho terminato il mio intervento ricordando i cinque atteggiamenti che p. Marcello Zago ci invitava ad avere verso il nostro fondatore (per fortuna noi Oblati come i Figli dell’Immacolata abbiamo un fondatore santo!).

Un santo da imitare

Il fondatore non è stato canonizzato perché Fondatore o vescovo o perché fece grandi cose, ma perché fu un santo. Ha vissuto cioè in modo esemplare da discepolo di Cristo secondo la sua vocazione di cristiano, di religioso, di Fondatore… Proprio perché visse in modo eroico le virtù cristiane è presentato a tutta la Chiesa come modello da imitare. Non è nato santo, ma lo è diventato progressivamente mosso dalla grazia divina a cui ha corrisposto. Lo è diventato con il suo carattere umano, che attirava alcuni e allontanava altri. È diventato santo anche grazie e nonostante gli avvenimenti che hanno accompagnato la sua vita, grazie al suo rapporto con Cristo al quale si è conformato sempre più.

Un fondatore da seguire

Un fondatore non è un semplice iniziatore di un’opera umana. La sua persona e la sua opera si capiscono pienamente solo nella economia salvifica divina, guidata dallo Spirito Santo, il protagonista della vita e della missione della Chiesa. Per capire il carisma del proprio Istituto, bisogna capire il fondatore ed entrare in sintonia con lui, con la sua ispirazione e il suo progetto. Così si percepisce il dono fatto attraverso lui alla Chiesa.

Un maestro da ascoltare

Egli è cosciente del proprio ruolo non solo nell’iniziare l’Istituto ma anche nel trasmettere e interpretare lo spirito, le finalità missionarie, le modalità del convivere. È importante cogliere il suo modo di operare le scelte, di rispondere alle sfide, di tradurre in pratica le intuizioni. Ha offerto anche indicazioni sullo spirito dell’Istituto partendo spesso dalle situazioni della vita.

Un padre da amare

I fondatori normalmente si considerano padri o madri dei membri dell’Istituto da loro fondato. È una paternità che gli viene dal carisma di fondatore. Questo rapporto di paternità non si esaurisce con la morte. Essi continuano ad amarci e attendono non solo un amore fraterno tra di noi ma anche un amore filiale nei suoi confronti. È tale amore che ci farà capire le loro ispirazioni iniziali e condividere gli atteggiamenti per vivere il loro carisma nell’oggi della Chiesa, in sintonia con il loro spirito.

Un intercessore da invocare

Con la beatificazione e canonizzazione il fondatore può intercedere per noi presso il Signore. Le grazie e i miracoli accordati per sua intercessione sono un esempio della sua disponibilità. È particolarmente disponibile ad intercedere per il rinnovamento della sua famiglia, per una maggiore incisività apostolica, per la grazia di nuove e autentiche vocazioni, per una adeguata formazione di apostoli zelanti.

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