giovedì 20 settembre 2018

Teresa della Croce, la schiava turca oggi tra gli Oblati


Ad agosto ho letto un bellissimo romanzo su Bakhita, la schiava sudanese fattasi suora in Italia e divenuta santa.
Oggi ad Aix-en-Provence, vengo a conoscenza di un’altra straordinaria storia, di un’altra schiava, questa volta turca divenuta carmelitana nel Carmelo di Aix.
Fondato nel 1625, il convento fu soppresso dalla Rivoluzione francese, le 18 monache disperse e i locali venduti. Acquistato nel 1815 da sant’Eugenio divenne il luogo di fondazione degli Oblati.
Le lapidi delle carmelitane sepolte nel chiostro sono ancora nella nostra casa, su una parete del chiostro.
È della fine del 1600 la storia di sr. Teresa della Croce, narrata nel registro del Carmelo e qui trascritta:

Un giorno, il signor de Baurens de Brue, padre di Madre Henriette di Gesù, ebbe l'occasione, durante un viaggio, di incontrare una piccola schiava. Su sua richiesta, accettarono di vendergliela. Era una bambina nata in Turchia.
A causa di un imminente pericolo, la sua famiglia aveva dovuto abbandonare la casa durante la notte e scappare. I suoi familiari durante la fuga si dispersero e la bambina rimase sola con sua madre e un fratello più piccolo. Il bambino, catturato da quanti avevano dato fuoco alla loro casa, fu schiacciato dagli inseguitori. Poco dopo, la madre fu rapita e la bambina non seppe mai cosa le fosse successo.
Riscattata dal Presidente de Brue, il giovane turca passò dalla schiavitù alla libertà.
La moglie di questo bravo cristiano, la degna figlia della santa Madame d'Oppède, adottò questa piccola musulmana, desiderando di farla entrare presto nella santa Chiesa cattolica.
Benché molto legata alla sua religione, la bambina si lasciò istruire e chiese il battesimo. Il sacramento le fu conferito solennemente nella cattedrale di Saint Sauveur dal vescovo Charles de Villeneuve de Vence il 3 maggio 1694.
La piccola Teresa era molto felice di essere diventata cristiana. Il padrino, il signor de Béraud, e la madrina, signora de Brue, condividevano la gioia.
Ora, Madame de Brue, che aveva già tre figlie nel Carmelo, non mancò, da quando la bambina era arrivata ad Aix, di portarla al Carmelo, con i suoi vestiti orientali, che incuriosivano molto la comunità.
La bambina, spesso tormentato dai drammatici ricordi della sua famiglia, trascorreva molto tempo al Carmelo e desiderava entrarvi. Fu ricevuta in monastero quando aveva appena 10 anni, col nome di Teresa della Croce.
Si rese molto utile alla sua comunità, svolgendo lavori penosi. Si occupava molto delle malate, le assisteva con attenzione e impegno. Non perdeva un minuto e passava anche molto tempo a leggere. Ogni anno faceva il suo ritiro.
Dopo 26 anni al Carmelo, suor Teresa si ammalò gravemente. I medici consultati non le davano alcuna speranza di guarigione e la suora si preparò con coraggio e gioia all’ultimo passaggio. Il male stava peggiorando e suor Teresa sopportò le sofferenze per 14 mesi con pazienza ed eroismo, gli occhi fissi sul crocifisso.
Dopo la sua morte, abbiamo trovato questa nota scritta con la sua stessa mano:

"Penserei di mancare al mio dovere di gratitudine se lasciassi ignorare alle mie Madri e Sorelle dell'ordine, quanta carità questa comunità di Aix ha avuto nei riguardi di questa povera turca. Mi hanno fatto la grazia di accogliermi per carità, avendo più riguardo per le grazie che Dio mi ha dato che per i beni che io ho portato, poiché di mio ho avuto solo la buona volontà di essere la serva di tutte ... Le mie Madri hanno spinto la carità nel considerarmi in tutto come uno di loro. No, non penso che possiamo trovare in nessuna comunità una carità come quella che ho provato in questa."

Che bell’elogio per il Carmelo di Aix! Che lo meriti sempre!
Possa il Cuore di Gesù riposarsi tra di noi come nel santuario di sua scelta e trovare tutta la carità che desidera qui in terra!
(Dal Codice del Carmelo di Aix) 

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