martedì 1 agosto 2017

Otranto e i suoi martiri, un romanzo credibile


Nell’unica simpaticissima libreria di Otranto, “Jonathas”, ho chiesto alla libraia un libro che mi aiutasse a vivere la città. Mi ha consigliato L’ora di tutti, di Maria Corti, una letterata e critica d’arte che ha alle sue spalle pubblicazioni su Dante, edizioni delle opere di autori del Novecento. La copia che ho comprato è della 24 edizione, una buona garanzia. Ma la garanzia migliore rimane il consiglio della libraia. Ho così letto un grande romanzo, epopea di pescatori d’Otranto, gente semplice e intera, per la quale arriva la grande “ora”, il momento di mostrare che si può essere degli eroi, una possibilità che prima o poi può capitare a tutti nella vita.

È l’epopea della resistenza all’assalto turco alla città nel 1400 e del martirio di 800 otrantini, decapitati per aver rifiutato di passare alla religiosa musulmana. La grande pagina storica è pretesto per entrare nella Puglia, “terra rossa, uliveti dalle foglie peste, raggrinzite, coperte di polvere bianca, lunghe pietraie, fatte da Dio appositamente per le cicale (…). Al tramonto pareva vi fosse una lotta per qualche mezz’ora fra l’ultimo canto delle cicale e il silenzio; simile lotta proseguiva più tardi fra la pace dell’estremo tramonto e il cuore dei contadini, da cui si levavano nell’aria nenie di una tristezza sena limite… (…) Muretti a secco, che facevano da confine fra le proprietà; al grigio degli ulivi si alternava nelle vicinanze delle masserie il verde stanco dei fichi d’india, piante perennemente immobili”.
Soprattutto voci che raccontano storie personali, tra terra e mare, sentimenti, brevi gioie, saggezza, duro lavoro, amori forti e teneri. Volti di gente comune, capace di riscatto, come Mazzapinta che si inalbera d’orgoglio: Uno viene e ti dice: Adesso botta via tutte le tue idee. Eh no, perdio, tu rispondi, io le mie idee non le butto via, e così muori. Questo non è morire da stupidi”.
Non sono eroi consumati né eroi improvvisati. Non è un’epopea dei grandi avvenimenti, ma del lavoro quotidiano, della più comune vita familiare. Chi parla e si muove sono persone come tutti, con paure e incertezze, per questo martiri credibili.
Nella cattedrale sono raccolte le loro ossa.


Nessun commento:

Posta un commento