mercoledì 23 agosto 2017

L’inquietudine di Costanzo Donegana


Padre Costanzo in Lituania
con la nostra carissima comune traduttrice
Massimiliano Rondinella mi scrive a proposito di Costanzo Donegana:
Ti seguo dal blog, mi piace seguire ciò che fai, i tuoi viaggi, le tue esperienze: sono tesori!
Ti ho conosciuto con "Parlaci di Lui".
Questa sera ti scrivo perché ho appreso, dal tuo blog, che don Costanzo adesso, non c'è più.
L’ho conosciuto nel 2015…
I pochi giorni che è stato con noi sono stati davvero dei "regali" per me. E' un "gigante" e proprio per questo cerco di stare più tempo possibile con lui a chiacchierare. Allegria e pace, tanta.
Il giorno dopo lo accompagno a Messina…
Sono grato a Dio per avermelo fatto incontrare nel cammino. Da quel giorno non l'ho più dimenticato…
E suoi occhi, il suo sorriso e la sua grinta nel fare le cose, sono ancora vivi nel mio cuore.

Leggo altre espressioni che ritraggono Costanzo: “Missionario. Amante della vita. Non conformista. Libero nella coscienza. Appassionato di giustizia. Inguaribile cristiano”.
Piero Facci, amico comune, ricorda degli anni del Brasile: “Quante volte l’ho visto nel cuore della notte raccolto in cappella, nel suo silenzio davanti all´Eucarestia, dopo averla contemplata tutto il giorno negli abietti”.

Da parte mia continuo a sfogliare i suoi ultimi libretti. Mi ha colpito il ritratto che scolpisce di Agostino d’Ippona come di “un personaggio interessante, sempre alla ricerca, inquieto”.
Scrive: “Agostino, uomo delle ricerca insoddisfatta durante la gioventù che lo ha fatto peregrino dietro le filosofie del suo tempo, ha continuato a camminare, verso Dio e verso l’uomo… Cerca perché ha sete… niente nel mondo appaga questa sete, nemmeno Dio, perché il nostro cuore è piccolo e non riesce a contenerlo. Ma è l’unica acqua degna del nostro cuore fatto da Lui per Lui”.
Mi sembra l’autoritratto di Costanzo, anche lui sempre inquieto, insoddisfatto, alla ricerca di un di più.

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