mercoledì 12 luglio 2017

Da Leuca a Gallipoli


A Leuca cambia mare costa e panorama. L’Adriatico lascia il posto all’Ionio, le rocce scoscese alle sabbie distese, le torri d’avvistamento e di difesa si intensificano e si presentano meglio preservate. Meno asprezza, più dolcezza.
Fin quando compare Gallipoli, con i suoi 3000 anni di storia. Ancora una città da passeggiare, prima ancora di mettersi alla scoperta dei capolavori d’arte.
L’impatto con il Castello Angioino è la prima sorpresa dell’isola, simbolo forte e solenne della città. Una città che, sentendosi protetta da tali bastioni, può permettersi una vita leggera e insieme sontuosa, nobile e popolana.


Le varie epoche si affiancano in maniera armonica, i palazzi cinquecenteschi massicci e austeri accanto a quelli leggeri e fantasiosi del barocco, i quartieri dei pescatori, le sinuose stradine bianche e colorate dai fiori, i balconi con le eleganti ringhiere, le corti che raccolgono tutto attorno le case più popolari consentendo un vivace vicinato. Si vede che le persone sono abituate a socializzare: non puoi passare senza sentirti rivolgere, con il tu, un saluto personale.
Naturalmente chiese a volontà, prima tra tutte la cattedrale di sant’Agata con una facciata traforata, ricca di nicchie, statua, fregi.


Il porto dei pescatori e il mercato del pesce esercitano un fascino particolare.
Mi fermo a discorrere con i pescatori che rassettano le reti. “Quando ripartite per la pesca?”. “Domani all’alba, se Dio vuole!”. Quando sanno che sono un padre il pescatore che mi ha risposto continua: “Meno male che ho detto se Dio vuole!”. E inizia una piacevole conversazione… sulla confessione...


Nessun commento:

Posta un commento