martedì 4 luglio 2017

Mistretta, gioiello dei Nebrodi


Mistretta, 30 giugno
Molto presto, di primo mattino, mi avvio per le strade silenziose di Mistretta. Una cittadina interamente di pietra, con gli stipiti delle porte finemente lavorati, così come i balconi, con le ringhiere signorili in ferro battuto. Salgo il sentiero che porta al castello normanno, sulla rocca dove si insediarono i Felici portando il culto della dea Am-Ashtat, da cui deriva il nome di Mistretta.
Lo scirocco fortissimo, anche se ancora fresco, solleva dal suolo e diffonde nell’aria i più diversi profumi di erbi e arbusti mediterranei, così intensi da inebriare.
Dall’alto Mistretta appare compatta, adagiata sulle sella tra due montagne.

Dev’essere stata una città molto ricca, specialmente nel 1700, con i suoi 15.000 abitanti. Lo mostrano i palazzi e le splendide chiese, ricche di incredibili opere d’arte: marmi intarsiati, bassorilievi, statue lignee, pitture, quadri. La chiesa madre risale all’inizio del secondo millennio.

Mi colpiscono soprattutto i particolari, i lavori artigianali, soprattutto delle maestranze locali, come i candelabri, le cancellate, gli intarsi, le minime decorazioni, indice di arte e manualità, un patrimonio che sembra si sia perduto.
Come è ormai perduta la campagna che ha fatto ricca la città. Ogni angolo di terra era coltivato in maniera intensiva, fin sulle rocce. Ne è testimone il moderno museo di cultura pastorale e agricola. Adesso è quasi tutto abbandonato, a cominciare da aranci e limoni e vigne.
Il paese è il monumento di una grande fede, che si è materializzare in così tante chiese, in santuari della Madonna, in devozioni fatta di statue, ornamenti liturgici, devozioni, feste, processioni, con i carri dei santi autentici gioielli d’arte barocca.
Una fede che rimane ancora viva, capace di mantenere aperte e frequentate le 25 chiese e l’adorazione perpetua, giorno e notte…


1 commento:

  1. Carissimo p. Fabio grazie per questa tua descrizione puntuale e quasi poetica che condivido pienamente.
    Ho insegnato a Mistretta nell'anno scolastico 1995/96 e malgrado la difficolta' nel raggiungere in macchina, da Messina, questo meraviglioso paese conservo delle sensazioni particolari che solo chi si trova immerso in quel luogo magico puo' comprendere fino in fondo e.....certo l'inverno lassù è tosto!
    Un caro abbraccio. Graziarosa Scarcella

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