sabato 28 gennaio 2017

Beatitudini, specchio del nostro vivere



Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. (Mt 5, 1-12a)

Ascolto le beatitudini e in esse vi vedo riflesso Gesù. Sono la sua biografia. Rivelano chi egli è.
Povero di spirito e puro di cuore è luminosa trasparenza di Dio. Si è fatto talmente vuoto e niente da far passare tutto e solo Dio.
Ha pianto su Gerusalemme facendosi carico della nostra durezza di cuore, e ha pianto sull’amico morto condividendo ogni nostro soffrire. Ha patito persecuzione e ingiustizia come gli ultimi della terra. Ha fatto suo ogni nostro male, così che sempre potessimo scoprirvi la sua beatitudine.
Mite e misericordioso ha rinunciato ad ogni forma di violenza e di vendetta, dimenticando il male che gli abbiamo fatto e rendendo bene per male. Mi aspetta sempre, con pazienza, anche quando mi fermo o mi perdo e sempre mi perdona.
Ha provato fame e sete di giustizia, di rapporti veri, smascherando ipocrisie e falsità, e ha costruito relazioni d’armonia e di pace.


Ascolto le beatitudini e scopro come Gesù mi vede, come mi vorrebbe.
Mi vuole povero di spirito e puro di cuore, per possedere soltanto lui, in pienezza, senza costruirmi idoli vani.
Mi insegna a scoprire la forza della beatitudine in ogni mia pena, in ogni patire. Ma prima ancora mi insegna a soffrire e piangere non su di me, in inutili ripiegamenti, ma con chi soffre e chi piange, partecipando e condividendo.
Mi mostra come l’amore copre lo sgarbo dell’altro, si sforza di perdonarlo e sempre spera in lui.
Mi ricorda che non posso starmene in pace finché c’è guerra e ingiustizia attorno a me. E non debbo darmi pace se non lavoro per la giustizia e non costruisco la pace.

Ascolto le beatitudini e vi vedo riflesso il volto della Chiesa come Gesù l’ha voluta.
Non cerca appoggio nel potere, né ripone fiducia nelle ricchezze, ma solo nel suo unico Signore. Soltanto se semplice, povera e pura potrà godere della beatitudine e mostrare a tutti le ricchezze e la bellezza del Cielo.
Nella condivisione delle angosce dei poveri e delle persecuzioni degli ultimi trova la certezza dell’adempimento della sua missione: portare il regno dei cieli. Non nel plauso, nel consenso, nell’adulazione, ma nella derisione, nell’emarginazione, nella contestazione, nel rifiuto la somiglianza piena con Gesù e quindi la verità del suo essere suo Corpo.
Mite e misericordiosa rifiuta ogni arroganza, accoglie tutti, cammina con tutti, serve tutti, madre e sorella.
Difende i poveri, i deboli, chi patisce ingiustizia e lotta per la pace, con tutte le sue forze, finché non sia instaurato il regno di amore e di pace.


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