venerdì 11 febbraio 2011

Nel sociale, con stile

Oggi, festa della Madonna di Lourdes, penso ai tanti titoli che le sono stati dati dalla devozione: Conosciamo già la Madonna del riposo e quella del lavoro, ma c’è anche la Madonna del parto, del latte, del buon consiglio, della strada, della salute, della tosse, dell’equilibrio, che scioglie i nodi… e chi più ne ha più ne metta. Non c’è situazione o luogo o attività che non abbia la sua Madonna. Lei sa entra in ogni ambito della vita umana. Può permetterselo per due motivi: perché è stata una donna normale ed è passata attraverso le vicissitudini di ogni persona normale; perché ha un fare deciso ma nello stesso tempo discreto e rispettoso, presente senza imporsi.
La Madonna del riposo è soltanto una parabola per illustrare il contrasto tra Maria, la cristiana per eccellenza, e noi cristiani di oggi. La cultura e la società vogliono relegare Chiesa e cattolici nella sfera privata e, pensando che la nascita e la morte siano eventi privati, lasciano a noi l’inizio e la fine della vita. O meglio, disputano con la Chiesa su questo campo: contraccezione, aborto, eutanasia, testamento biologico…, ritenendo appunto che siano ambiti a cui essa tiene perché, lo riconoscono, ci competono particolarmente. Ci teniamo, con ragione, perché crediamo nella vita.
Ma tra l’inizio e la fine della vita… c’è una vita intera! E questa non ci riguarda? Come ci battiamo, giustamente, per i due estremi dell’esistenza umana, siamo chiamati a entrare in campo negli ambiti di tutta la sua esistenza, in quello dell’educazione, del lavoro, della politica, della finanza, della sanità, dello svago. Messa al mondo una vita nuova, questa ha bisogno di una famiglia, che va tutelata, posta nelle condizioni di far crescere questa vita, di seguirla, di assicurarle un futuro. Come cristiani, portatori di valori evangelici e di una visione integrale di vita, non possiamo disertare l’arena sociale. Come Maria, appunto, che ha saputo guadagnare terreno ovunque.
Ma anche come Maria nello stile. Se vi è un tentativo di emarginazione dal sociale è forse perché a volte si percepisce, da parte nostra, un fare arrogante e presuntuoso, lontano da quello di deciso e insieme discreto e rispettoso. Avremmo da imparare da lei presenza e modo di presenza.

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