Tornando al mio convento, non ho potuto resistere al desiderio di entrare nella basilica di S. Maria Maggiore. L’ho percorsa per una mezz’ora senza fermarmi precisamente a nessuna cosa in particolare: ho gustato la bellezza di questo edificio…
Ripassando davanti a S. Maria Maggiore vi sono entrato per la quarta volta e mi ci sono fermato per più di mezz’ora. Non inizierò a fare la descrizione di tutto ciò che si vede in questa grande basilica: sarebbe troppo lungo e incompleto… Non ho mai visto dei marmi così belli come quelli che ornano la cappella della Santa Vergine: l’occhio non si sazia mai di guardarli…
È quello che avrei potuto scrivere oggi. Primo sabato del mese sono stato una mezza mattinata in S. Maria Maggiore, a pregare, a celebrare all’altare della Madre, cantando, il cuore mio, tutto l’Akatistos.
Sono parole che ha scritto Sant’Eugenio de Mazenod nel suo diario del 1825!
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