“Missionario del dialogo”: resterà la qualità distintiva del vescovo trevigiano Marcello Zago missionario oblato di Maria Immacolata… E sarà questo il carisma della sua santità, se sarà aperto – come sembra – il processo per la sua beatificazione… perché ha unito l’esperienza con la riflessione, la vita con la dottrina, la testimonianza con l’insegnamento… Amava e coltivava il contatto personale, ascoltava, condivideva, valorizzava il vissuto di ciascuno, la diversità delle esperienze, con squisita carità, umana e illuminante. Così oggi su “La voce del popolo”.
Abbiamo vissuto due giornate straordinarie a Villorba, il suo paese natale, non soltanto rievocando la sua figura e il suo messaggio a dieci anni dalla morte, ma anche sperimentato il senso della famiglia. Era presente tutta la famiglia di Zago, quella naturale, così affiatata e compatta, ma anche quella spirituale, con i suoi Oblati, i parenti degli Oblati del Veneto sparsi in tutto il mondo, gli amici degli Oblati, le famiglie nate degli Oblati come OMMI e COMI, religiosi di altre congregazioni, sacerdoti amici… E poi la parrocchia, il vescovo…
Ogni tanto c’è un’occasione per ritrovarti insieme, qui, a Roma, altrove, e anche se sono passati degli anni, ogni volta è come ci fossimo visti il giorno prima. È la grande famiglia di sant’Eugenio, unita dal legame profondo di quella carità che egli ci ha lasciato come suo testamento: “Tra voi la carità, la carità, la carità”.
Quella carità che è la “virtù fondamentale” di quel dialogo di cui p. Marcello era testimone e maestro, come ho ricordato ieri sera citandolo: “Ogni forma di dialogo esige rispetto e amore per l’altro. Ma per il cristiano la carità verso gli altri si innesta in quella di Dio, che condivide con noi il suo amore. È un amore divino che è entrato nel mondo e che si è incarnato nel Cristo... E il dialogo assume le qualità stesse della carità: è universale, graduale, premuroso, fervente e disinteressato, senza limiti e senza calcoli, comprensivo e adattato a tutti”. Sono le qualità che mi sembra si rispecchino nella vita di p. Marcello e che siamo chiamati a far risplendere nella nostra vita.
Nel viaggio di ritorno a Roma, sull’Appennino la neve dell’ultimo inverno ci saluta festante.
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