15 febbraio
I buddhisti ricordano la morte di Buddha.
I cristiani d’Oriente festeggiano la presentazione di Gesù al tempio.
I musulmani celebrano la nascita del Profeta.
Perché non ci riconosciamo veramente fratelli?
Ho preparato la conferenza che terrò a Treviso il 27 febbraio sul contributo di Marcello Zago al dialogo interreligioso, in particolare alla giornata di preghiera per la pace ad Assisi, nel 1986, con Giovanni Paolo II.
«Il dialogo riconosce il valore dell’uomo. Ogni persona umana è ciò che c’è di più grande nell’universo, è degna di ascolto e di rispetto. È un mistero che si svela solamente con il dialogo. Essa si realizza e si perfeziona nel dialogo e nella comunione interpersonale […]. Se abbiamo un vero amore per l’altro, se vogliamo conoscere il nostro fratello buddhista, senza etichette aprioristiche, e crescere insieme dobbiamo accettare e coltivare il dialogo. […]
Il dialogo aiuta a crescere non solo le persone ma anche i popoli. L’umanità ha progredito nella storia, anche se con spinte incerte e difficili, grazie agli incontri tra uomini, tra civiltà e culture. Le religioni stesse si sono arricchite al contatto con altre tradizioni e culture».
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