mercoledì 25 maggio 2022

La casa di Maria all'annunciazione

Il prestigioso mensile di “Avvenire”, “luoghi dell’infinito”, nel mese di maggio mette a tema “Le case di Maria”, riprendendo il titolo di un fortunato libro di Ermes Ronchi. Viene per prima in evidenza la casa dell’Annunciazione. Subito appaiono alla mente le infinite interpretazioni dell’arte. Com’era la casa di Maria a Nazareth? Normale come quella che dipinge Lorenzo Lotto o signorile e raffinata come quella di Carlo Crivelli? Oppure l’annunciazione avvenne in un grande giardino prospicente la casa come per Leonardo da Vinci o sotto il portico come per il Beato Angelico? Mella tradizione ortodossa Maria non ricevette l’annuncio a casa, ma alla fontana del paese. È là che è sorta la prima chiesa a Nazareth, ancor oggi luogo di intensa devozione. L’angelo, dice il Vangelo, “entrò da lei”. Ma entrò in casa? Alla fine del racconto Luca non diche che l’angelo “uscì”, ma che “si allontanò da lei”. Le stava davanti, con il giglio che la divide da lei, come nelle annunciazioni di Andrea Della Robbia a La Verna o di Filippo Lippi?

Quell’entrare da lei, al di là delle raffigurazioni plastiche, dice un’esperienza di profonda interiorità. L’angelo le parla dentro, in quella stanza segreta che è il suo cuore immacolato, la sua vera casa. Una casa che Dio aveva preparato da tutta l’eternità per avere quell’incontro con lei. È lì che avviene il colloquio, talmente vivo e reale che Maria avverte così forte la presenza dell’angelo che lo vede con gli occhi dell’anima con l’immediatezza con cui lo vedrebbe con quelli del corpo e ascolta la sua voce con una nitidezza come lo sentisse con le orecchie del corpo. Ma non c’è bisogno di parole, di sguardi. È un dialogo silenzioso e insieme distinto, un a tu per tu intenso e serrato che sembra quasi una battaglia, come Giotto ha saputo drammatizzare nel polittico di Santa
Reparata a Firenze.

La casa di Maria. E la mia casa?

Nessun commento:

Posta un commento