domenica 11 febbraio 2018

Parlare di Maria ai Musulmani



Dovrà parlare di Maria ai Musulmani.
Cosa dirò? Non lo so ancora. Intanto ho provato a scrivere una pagina su un elemento che abbiamo in comune: la verginità di Maria. Forse potrei dire così:

Domenica scorsa alla Santissima Annunziata
di Firenze mi ha colpito la posizione delle mani
di Maria, quasi pronte ad accogliere in seno
il Figlio
La storia di Maria inizia con la visita di un angelo:
«L'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine… La vergine si chiamava Maria». 
L’angelo non la saluta come ci si aspetterebbe nel mondo ebraico: Shalom, pace.
La saluta dicendole: χαῖρε, rallegrati, sii nella gioia perché ti porto una grande notizia.
Ma prima di dare la notizia la chiama κεχαριτωμένη, ricolma della grazia e del favore di Dio.
Κεχαριτωμένη, ὁ κύριος μετὰ σοῦ: sei piena di grazia perché il Signore è con te.
Dio l’ha pensata e amata da sempre e ha posto in lei la sua benevolenza e ogni bellezza. Senza che lei lo sapesse l’aveva già preparata per la missione che sta per affidarle.   
Adesso l’angelo può rivolgerle, a nome di Dio, lo straordinario annuncio:
«Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo».
È l’annuncio che ogni donna d’Israele sperava di ricevere: diventare la madre del Messia.
Maria è una donna prudente e prima di dire il suo sì chiede all’angelo:
«Come è possibile? Non conosco uomo». 
Le antiche profezie avevano preannunciato: “Ecco una vergine concepirà e darà alla luce un figlio”.
Maria è vergine. Diventerà Madre del Messia rimanendo tale?
Sì, le risponde l’angelo:
«Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo».
La nuba era il segno della presenza di Dio. Una nube si era posata sulla tenda di Mosè e sul tempio di Salomone a indicare la presenza misteriosa di Dio in mezzo al suo popolo.
La stessa “nube” scenderà su Maria, lo Spirito Santo, la potenza dell’Altissimo. Da lei nascerà il Messia predetto, e la sua nascita non avverrà con il concorso di uomo, ma sarà Dio stesso a formare in lei un figlio.
Perché Maria piace a Dio, che è già trasformata dalla grazia, ella ha trovato il suo favore.
La Potenza dell’Altissimo opera ancora una volta, come nella prima creazione, creando qualcosa di nuovo.
È possibile essere vergine e insieme madre?
«Nulla è impossibile a Dio», le dice l’angelo.

Maria è conosciuta dai cristiani, e non solo da loro, come la Vergine.
Essa, con la sua verginità, mostra che le grandi opere di Dio sono soltanto di Dio:
«Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente»,
canterà Maria poco dopo nel Magnificat.
Ella è come una pagina bianca sulla quale Dio può scrivere quello che vuole. Egli può affidarle la missione che meglio crede, può condurla dove vuole. Maria si lascia guidare da lui.
Verginità vuol dire disponibilità piena all’azione di Dio: lo lascio libero di compiere quello che egli vuole.

«Allora Maria disse – conclude il Vangelo: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. E l'angelo partì da lei».
ἡ δούλη κυρίου: la serva del Signore, un titolo che non indica una rassegnata schiavitù. Servo del Signore era il titolo più alto ricevuto da Mosè, dal re David, dai profeti, persone che avevano una grande missione da compiere per conto di Dio.
Maria si inserisce nel cammino della storia della salvezza.
Con gioia può dunque aderire pienamente a quanto Dio le ha manifestato attraverso l’angelo:
«Avvenga a me secondo la tua parola».
Questo desidera con tutto il cuore.
Anche in ciò è modello per ogni cristiano, contento, come Maria, di compiere sempre e comunque la volontà di Dio, perché sa che è la cosa più bella che possa esserci per lui: l’ha pensata Dio stesso! E cosa egli può volere se non il nostro bene?


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