lunedì 12 febbraio 2018

Invito per domenica 18


Domenica prossima pomeriggio, 18 febbraio, all’Audiorium del Centro Congressi Università cattolica del Sacro Cuore ci sarà la presentazione del libro “Parole di Vita”. Tutti invitati!
Non sarà la solita presentazione. Sarà piuttosto un evento con coreografie, musiche, esperienze… Tra l’altro avrò tre piccoli di quattro minuti ciascuno. Il primo dovrebbe essere pressappoco così:


Le guardie del Tempio furono mandate ad arrestare Gesù. Arrivate nel portico di Salomone lo trovarono che stava parlando a una folla incantata e commisero un errore: rimasero un attimo ad ascoltare le sue parole. Tornarono senza averlo toccato. Ai sommi sacerdoti e ai farisei che li interrogarono chiedendo perché non avessero eseguito gli ordini, risposero: «Mai un uomo parlò come parla quest’uomo» (Gv 7, 46).

Nel Vangelo vediamo Gesù che guarisce i malati, moltiplica i pani, risuscita i morti, ma soprattutto lo sentiamo parlare. Sapeva bene che «non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (cf. Mt 4, 4).
Parlava in maniera semplice, con parabole tratte dalla vita di ogni giorno. Nei suoi discorsi ci sono fatti e persone della vita quotidiana: bambini che giocano sulle piazze, feste di nozze, costruttori di case e braccianti, casalinghe e padri premurosi, fratelli litigiosi... Ci sono monete, tesori nascosti, mense imbandite, gli eventi della natura: il sole che sorge, i venti e le tempeste...

Parlava con parole semplici, eppure le sue parole possiedono uno spessore e una profondità che le altre parole non hanno, siano esse di filosofi, di politici, di poeti.
«Tu hai parole di vita eterna» (Gv 6, 68), gli disse un giorno Pietro.
Sì, le parole di Gesù sono parole di vita, contengono e comunicano la vita vera, quella vita che non ha fine, perché è la vita stessa di Dio.

Vorrei dire di più: quando Gesù parla dona se stesso.
Il Vangelo non è semplicemente un libro; esso racchiude Gesù Signore, il Figlio di Dio, il Risorto, che ancora oggi si rivolge a ognuno di noi.
La nostra non è la “religione del libro”, come si dice abitualmente, ma di una Persona: Gesù, l’Amore fatto carne. La sua dottrina e la sua Persona, la sua opera e il suo insegnamento sono inseparabili.
Accogliere le parole di vita significa accogliere Gesù stesso, perché è lui la Parola di Vita.

Attraverso la Parola passa Gesù e di nuovo si incarna in noi, così come quando Maria, accogliendo la Parola, divenne la Madre di Gesù. «Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica» (Lc 8, 20-21).
Vivendo la Parola, diventiamo consanguinei di Gesù, la sua famiglia.


Nessun commento:

Posta un commento