“Gloria in excelsis Deo…”. Al canto dell’inno angelico, alla messa delle 10, la neve scende sull’altare. Stessa nevicata a sera, al canto del Magnificat durante il vespro: si aprono i cassettoni del soffitto, dorati con le lamine del primo oro che era giunto dal Nuovo Mondo appena scoperto da Cristoforo Colombo, e da lì piovono petali bianchi, come al mattino: sembra proprio neve! Così ogni anno a Santa Maria Maggiore, una delle quattro basiliche maggiori di Roma, il 5 agosto si ricorda la famosa nevicata dell’anno 352. Dopo cena invece, sulla piazza, lo spettacolo di “luci e suoi” ne rievoca la storia e allora non scendono più petali bianchi, ma viene diffusa la neve artificiale, proprio come sui campi di sci!
A papa Liberio e al rappresentante dell’imperatore di Costantinopoli la notte tra il 4 e il 5 agosto 352 era apparsa in sogno la Madonna chiedendo che si dedicasse a lei una chiesa sul colle dell’Aventino. La mattina i due si recarono sul colle e sulla cima del Cispio trovarono la neve, ma soltanto sul luogo dove si sarebbe dovuta costruire la chiesa.
La tradizione vuole che quella prima chiesa della “Madonna della neve”, detta liberiana dal papa Liberio, sia l’attuale Santa Maria Maggiore. Ma questa fu costruita più tardi, da Sisto III, subito dopo il Concilio di Efeso del 431 e della primitiva chiesa non ne è più rimastra traccia.
Nel concilio di Efeso Maria era stata proclamata Madre di Dio e subito in Occidente si volle dedicarle una chiesa. In quel Concilio i 200 Padri presenti proclamarono la loro fede: “Noi confessiamo che il nostro signore Gesù figlio unigenito di Dio, è perfetto Dio e perfetto uomo…; generato dal Padre prima dei secoli secondo la divinità, nato, per noi e per la nostra salvezza, alla fine dei tempi dalla vergine Maria secondo l'umanità… Conforme a questo concetto di unione in confusa, noi confessiamo che la vergine santa è madre di Dio…”. Quella sera a Efeso il popolo era talmente contento che improvviso una grande fiaccolata inneggiando alla Madre di Dio. Da allora, dopo le parole dell’Angelo, nell’Ave Maria si prega: “Santa Maria, Madre di Dio…”.
Una visita alla basilica? Sì, ma non attraverso questo sito, è troppo bella! Bisogna proprio recarvisi di persona e lascarsi prendere dall’inconfondibile atmosfera mariana, contemplare i mosaici, l’immagine della Madonna… Qui potremmo tutt’al più raccontare le storie che sempre ti raccontano le guide.
La cappella con la mangiatoia dove Maria depose Gesù alla sua nascita |
Ma la storia più bella che non ci stancheremo mai di raccontare è proprio quella della Madre di Dio che dà alla luce il figlio Gesù. E dovremmo raccontarcela giù sotto l’altare della confessione dove c’è la mangiatoia di Betlemme! O nella Cappella delle Reliquie dove sono custodite alcune pietre della stalla, un po’ di fieno sul quale Maria depose Gesù, frammenti delle fasce nelle quali lo avvolse… O nella Cappella Sistina (non quella del Vaticano!), l’ultima della navata a destra, dove troviamo il più antico presepe romano (1290) scolpito da Arnolfo di Cambio… Ma di questo ne riparleremo a Natale!
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