Perché una settimana a Camaldoli? Per cogliere in maniera nuova l’ispirazione iniziale degli Oblati, la linfa vitale che permette alla Congregazione di essere se stessa e di continuare a vivere in modo creativo l’esperienza carismatica degli inizi e la sua missione nell’oggi della Chiesa.
Sto guidando gli esercizi spirituali al Consiglio generale dei Missionari Oblati di Maria Immacolata! Spero proprio di guidare il Consiglio nella direzione giusta, alla riscoperta di cinque fondamentali esperienze fatte agli inizi da sant’Eugenio e dal primo gruppo di compagni, che costituiscono la grande esperienza fondativa.
Oggi siamo tornati al 14 marzo 1814, quando sant’Eugenio ricevette gli ultimi sacramenti. Stava morendo. I suoi giovani andarono davanti alla statua della Madonna delle grazie e ottennero la grazie della guarigione. Ma Maria aveva in serbo un’altra grazia, quella della seconda conversione, che porterà alla fondazione degli Oblati.
Quante cose belle faceva sant’Eugenio, ma dopo quella malattia, che definì “un colpo tra capo e collo” infertogli da Dio, si rese conto che dietro tutto il suo gran daffare c’erano motivazione non proprio soprannaturali. Fu un cammino di mesi, che lo portò alla decisione: “Dio mio, ora voglio agire soltanto per te, solo per amore tuo”. Dio poteva ormai usare di lui per compiere un’opera nuova nella Chiesa.
Non potrebbe essere così anche per noi?
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