Sul numero di giugno di “Città Nuova” un bell’articolo di
4 pagine sugli Oblati a Cagliari e sui volontari che lavorano nel quartiere di
S. Elia. Inizia così:
A dicembre 2021 è arrivata la pensione, pensavo ad una vita
più rilassata, ma non potevo rimanere indifferente di fronte alle persone più
disagiate ai margini della mia città. I Missionari Oblati di Maria Immacolata
della parrocchia di S. Elia di Cagliari hanno invitato me e altre mie amiche ad
animare, coi laici di Madre Teresa di Calcutta, che già lavoravano nel
quartiere, un Centro d'ascolto. Inutile negare che abbiamo dovuto superare la
paura di infilarci nel profondo di una piaga dolorosa e anche pericolosa, per
chi come noi vive in quartieri più "facili". Il quartiere S. Elia
ospita circa 8 mila persone, con tanti poveri e disoccupati, alcuni con
problemi di droga, dipendenze e ogni genere di degrado sociale. Paesaggisticamente
è un posto incantevole, con un mare da cartolina, una scogliera e una spiaggia
di rara bellezza, ma chi ci abita si sente quasi un corpo estraneo nella città,
abbandonato dalle istituzioni, ora che hanno chiuso il Centro di quartiere e
sposato in altra sede i servizi sociali, tra cui anche il medico di base.
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