Alla fine dell’Ottocento i trappisti d’Austria giungono in
Sud Africa. Dopo veri tentativi, il vescovo oblato Jolivet indica loro una collina
non lontano da Durban, dove vi è acqua in abbondanza per le coltivazioni. Nasce
così il monastero di Mariannhill. All’inizio del Novecento l’attività
missionaria dei trappisti si fa sempre più intensa, fino al punto che il gruppo
si stacca dai trappisti e costituisce una nuova congregazione, che prende il
nome dell’abbazia: Mariannhill. Oggi sono circa 300 monaci in varie parti del
mondo, soprattutto in Africa.
È un autentico villaggio monastico, con falegnameria, fabbro,
tipografia, scuola, allevamento, allestimento di oggetti religiosi… tutto
quello che si può immaginare in un villaggio monastico. Molte persone abitano
qui, soprattutto apprendisti dei vari mestieri, uomini e donne. I novizi sono una trentina.
Anche il vescovo e la curia diocesano hanno qui la loro residenza: una diocesi viva, con tante vocazioni. Neil Frank, il vescovo oblato, è stato rettore del nostro istituto teologico di Cedara.
Siamo circondati, giorno e notte, da un nugolo di guardiani e di polizia privata, e chiusi da cancelli, inferriate… segno che l’area attorno è abbastanza povera, con tutte le conseguenze. Sono i molti risvolti della realtà umana.
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