mercoledì 3 maggio 2023

Le lettere di Chiara Lubich

Venerdì prossimo, 5 maggio, alle 18.30, nella chiesa della Madonna del Carmelo a Roma, si terrà la presentazione del libro di Chiara Lubich, Lettere, 1939-1960. Un libro straordinario.

Sono scritti immediati, che sgorgano come magma incandescente, senza filtri. L’autrice si lancia direttamente incontro ai destinatari senza rete di protezione, in dono totale, senza riserve, con una profonda trasparenza che ne mette a nudo l’anima, nelle passioni più alte e intense e nelle fragilità della vita quotidiana. È la prima impressione alla lettura della nuova pubblicazione delle Opere di Chiara Lubich: Lettere (1936-1960). I volumi precedenti Parole di Vita, Conversazioni, Discorsi riportano testi meditati a lungo. Le lettere sono invece immediate, d’una freschezza sorprendente.

Il periodo in questione da quando appaiono le prime lettere a quando Chiara Lubich si dota di una piccola segreteria che agli scritti un tono meno diretto e personale è quello della sua maturazione umana e vocazione e della nascita del Movimento dei Focolari. Le lettere consentono di seguire in diretta la nascita di un carisma: le modalità dell’azione dello Spirito e gli accenti di risposta, gli slanci che esso suscita insieme alla sorpresa e ai timori per la novità, l’evoluzione intensa non programmata e aperta a un futuro sempre pieno di sorprese. Delle 700 lettere conservate, per la pubblicazione ne sono state scelte 338. Una scelta significativa e sufficiente per entrare in un mondo di luce, fatto di gioia e di patire, come sempre accade quando Dio è all’opera.

La sequenza degli scritti non è in ordine cronologico, come ci si aspetterebbe, ma secondo i destinatari. Scelta rischiosa. Quando questo criterio, rompendo la tradizione, è stato adottato per le lettere di santa Teresa d’Avila, l’edizione non ha avuto successo e si è tornati alla scansione temporale. Nel caso di Chiara Lubich la scelta appare invece indovinata.

Si ha infatti la piacevole sorpresa di costatare che, cambiando destinatari, cambia anche lo stile della scrittura. Gillet ha individuato varie tipologie di lettere: «Quelle irrompenti, impetuose, che sgorgano dalla piena dellanima… quelle di accompagnamento spirituale… lettere di amore o di amicizia gratuita… lettere direttive, a volte di comando, di orientamento per l’azione altre più dottrinali…». In tutto questo influiscono le persone a cui sono indirizzate: Chiara adotta, anche inconsapevolmente, il suo stile d’amare, che è “farsi uno” con chi ha davanti, nella libertà d’espressione e insieme nell’attenzione all’altro.

Il primo gruppo a cui si rivolge sono le bambine dellAzione Cattolica, quelle con le quali ha iniziato il suo insegnamento come maestra elementare sulle montagne del Trentino. Sono lettere di una purezza dolcissima, non soltanto perché la “purezza”, secondo i canoni dellAzione Cattolica di allora, è un tema ricorrente, ma perché offrono un’esposizione limpida e semplice della vita cristiana, con amore tenero di maestra e catechista.

Quando si passa alla seconda parte della raccolta, le lettere alla sorella Liliana e ad alcuni familiari (1944- 1960), il tono cambia improvvisamente. Le dolci e limpide acque degli anni 1939-1942 si trasformano in un fuoco che divampa d’un amore intenso e appassionato. Tra i due gruppi di lettere vi è il 1943, anno della dirompente scoperta di Dio Amore che travolge completamente la vita di Chiara. La curatrice, che è stata a contatto con i manoscritti, nota che anche la calligrafia è addirittura cambiata: «Non è più pacata. Tradisce lo stato d’animo di qualcuno il cui pensiero precede la penna… sottolinea una, due volte, di rosso, di blu, ingrandisce la calligrafia, cosicché si può dire che queste lettere sono da ascoltare oltre che da leggere». Ma anche chi non ha davanti l’originale percepisce l’invasione straripante dello Spirito Santo a cui non si può resistere.

Giungono poi le lettere ad Anna Melchiorri, ed ecco che il tono cambia ulteriormente: tutto luce e verità. Grazie a quelle indirizzate a persone vicine a lei o a gruppi particolari si può seguire l’innervarsi dell’Opera di Dio che prende forma, pur in mezzo alle prove. Quando poi si indirizza ai religiosi, la dottrina sgorga allo stato puro: sono persone che sanno cos’è un carisma, una spiritualità e quindi possono comprenderla come poche altre, ed ecco gli alti temi dell’unità, di Gesù Abbandonato... E la lettura continua, con scoperte sempre nuoveAlla fine, nelle Appendici, la Cronologia” appare come un invito a rileggere il libro secondo le date di composizione delle lettere e così ripercorrere l’intero cammino carismatico.

Nessun commento:

Posta un commento