sabato 25 giugno 2022

Senza mezze misure


Inizia il grande viaggio verso Gerusalemme. Gesù lascia la sua terra, la Galilea dalle dolci colline verdi, per affrontare sulle montagne rocciose e brulle gli ultimi grandi eventi. Impresa ardua, la sua. Esige una decisione coraggiosa. Si tratta di fare la volontà del Padre fino in fondo, di compiere il gesto supremo di donare la vita. Si incammina senza alcun tentennamento, «prendendo la decisione» («rese duro il suo volto», come scrive letteralmente il vangelo), per affrontare la prova e la morte.

Altrettanto serio, duro ed esigente sarà il cammino per quanti lo seguono. Anche a noi chiede la stessa grinta (ci vuole proprio la “faccia tosta”), il medesimo coraggio, altrettanta determinazione. Per questo mette subito in chiaro le condizioni del viaggio: prontezza a perdere tutto e a vivere nella precarietà, alla giornata, fidandosi pienamente di Dio, senza “tana” né “nido”; distacco da parenti e amici; perseveranza nell’andare avanti, costi quello che costi. È addirittura più esigente del profeta Elia. Si era appena mostrato più indulgente di lui, che aveva fatto cadere il fuoco dal cielo sui cento inviati del re di Samaria. Gesù, al contrario, rimprovera l’intolleranza dei focosi «figli del tuono» che volevano fare altrettanto con gli abitanti del villaggio di Samaria che gli avevano rifiutato l’accesso. Ora però si mostra più duro di Elia. Questi accondiscese alla richiesta di Eliseo, che domandava di congedarsi dal padre prima di seguirlo. Gesù invece rifiuta di accogliere la medesima richiesta da parte di uno che domanda di seguirlo. Sono così pochi quelli che vogliono seguirlo e a quei pochi pone ostacoli, mostra la gravità della decisione e presenta la durezza della sequela. Si vede proprio che non si accontenta delle mezze misure: ognuno di quelli che chiama risponde con un “sì, ma”, ponendo clausole... Non si tratta di metterlo a confronto con gli altri, di amare o non amare i parenti e gli amici. Siamo su tutto un altro piano: lui è lui e basta, è semplicemente Dio! E tale vuole che lo riconoscano i suoi discepoli. È padre, madre, fratello e amico e sposo. È la luce dei nostri occhi, il nostro respiro, il nostro cibo, la nostra vita. Si può vivere senza padre, senza madre, ma non senza di lui: l’Unico, il Tutto. Non possiamo appoggiarsi su nessun altro, cercare nessun altro all’infuori di lui. «Con una certa meravigliosa violenza – scrive Cabasilas –, con tirannide amica, a sé solo ci attira, a sé solo ci unisce». Come seguirlo se non si è innamorati pazzi e se, come gli innamorati, non si hanno occhi che per l’amato? Ci sarà poi il tempo di volgere lo sguardo d’amore e di misericordia sugli altri, ma sarà il tuo sguardo, il tuo amore. Sarai lui in noi ad amare.

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