sabato 18 giugno 2022

Date voi stessi da mangiare

Le folle accorrono perché hanno sete di verità. Quante menzogne, quanto smarrimento, quanta paura. Abbiamo bisogno di una luce che sazi la mente, dilati il cuore, dica il perché delle cose, apra al senso della vita, indirizzi sul retto cammino, infonda sicurezza. Per questo Gesù parla a loro e a noi del Regno di Dio e della trasformazione che esso è opera. Le folle accorrono perché vogliono essere guarite dalle malattie. Sentiamo la fragilità, la precarietà del nostro vivere. Siamo tutti ammalati nel corpo e nello spirito, tutti bisognosi di cure. E Gesù risana tutti.

Le folle che accorrono tornano a casa sanate e sazie di verità e di cibo. Egli dà loro da mangiare pane e pesci, pane e companatico. È attento a ogni nostra esigenza. Per questo ci ha insegnato a chiedere il Regno di Dio e il pane quotidiano, il compiersi della volontà del Padre e il perdono dei peccati. Ci accoglie come siamo, con i nostri bisogni concreti, che vuole soddisfare.

Ma più di tutto abbiamo fame e sete di Dio, e Gesù lo sa. Tutto passa. Egli solo rimane. E noi vogliamo rimanere, oltre la caducità delle cose, oltre la parabola bella e fugace della nostra vita sulla terra. Godiamo delle brevi gioie che Dio ci mette sulla nostra strada, siamo colmati ogni giorno dei suoi doni che accogliamo con gratitudine. Ma aneliamo ad altro, più grande, più vero: alla pienezza di vita. Gesù lo sa. Per questo Gesù non ci offri soltanto pane e companatico, ma anche e soprattutto ciò che in essi è raffigurato: l’Eucaristia. Ci nutre di sé. Giorno dopo giorno ci nutre del pane della vita e si fa nostro viatico, cibo che ci sostiene nel viaggio e ci dà forza per camminare verso la meta. Ogni giorno ci assimila a sé, ci fa sempre più simili a sé, e il suo cibo diventa pegno di vita eterna, della vita di Dio in noi, di noi in Dio.

Infine il comando: «Date voi stessi da mangiare», che anticipa il «fate questo in memoria di me». Va verso le folle e le nutra di pace, di luce, di vita, invitando anche noi a fare altrettanto. Chieda che abbiamo per loro l’amore che egli hai per noi. Con l’Eucaristia ci fa sé perché vuole operare ancora, attraverso di noi, e donarsi alla nostra gente. Siamo noi le sue mani, il suo cuore, la sua bocca. Se non crediamo che ci sarà possibile compiere il suo gesto di dono che sazia, vuol dire che non crediamo abbastanza a quanto opera in noi con l’Eucaristia.

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