giovedì 9 agosto 2018

Dominus Vobiscum



Trovandomi in un monastero camaldolese ne approfitto per leggere e rileggere alcuni testi della sua tradizione, a cominciare da un famoso scritto di san Pier Damiani, Dominus vobiscum. È una lettera indirizzata all’amico Leone, scritta tra il 1048 e il 1055, in risposta a una richiesta di alcuni eremiti:
«Alcuni fratelli che praticano la vita eremitica mi chiedono frequentemente se quando stanno soli nella cella possono dire “Il Signore sia con voi”… e se devono rispondere a se stessi, secondo la prassi ecclesiastica, dato che sono soli».
La risposta, affermativa, mostra la realtà più profonda del monachesimo: la solitudine del monaco è sempre colma di pienezza; il monaco non è mai solo, ma ha in sé tutta la Chiesa e vive per tutta la Chiesa.

Bastano questi due passaggi:
«La Chiesa di Cristo è unita da un così stretto vincolo di carità, che è una nella pluralità dei suoi membri e, nel mistero, tutta intera in ciascuno di essi. Per questo la Chiesa universale giustamente è rappresentata come l’unica Sposa di Cristo e ogni anima è, per il mistero del sacramento, la Chiesa nella sua pienezza».
«La Chiesa santa, diversificata nella molteplicità delle persone, è tuttora forgiata in unità dal fuoco dello Spirito Santo. Il sacramento della sua profonda unità non può in nessun modo essere intaccato nella sua integrità, anche se, nella separazione fisica, le sue parti possono sembrare divise. Infatti “l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato donato” (Rom 5,5). È questo Spirito Santo, uno e molteplice, uno nella maestà dell’essenza, molteplice per la varietà dei carismi, a rendere la santa Chiesa, ricolma dei suoi doni, una nel tutto e tutta in ogni sua parte».

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