martedì 7 agosto 2018

Santa Prisca, alle origini del cristianesimo romano



Il mio prolungato soggiorno sull’Aventino mi dà modo di ripercorrere con calma gli inizi della vita cristiana a Roma. A pochi metri dalla casa dove abito c’è Santa Prisca, una chiesta all’apparenza modesta, con la facciata barocca, conserva ancora un’impostazione basilicale, che risale forse al III secolo. Ma si può andare ancora indietro nel tempo e andare a una delle prime “chiese domestiche” del cristianesimo romano, la casa di Priscilla e Aquila, compagni di san Paolo. La tradizione vuole che qui san Pietro abbia battezzato Prisca, la loro figlia. Si indica anche un capitello usato da Pietro come fonte battesimale, ancora in uso per i battesimi, oggi sormontato da un bronzetto con Giovanni che battezza Gesù.
Simpatica la pala d’altare dove Pietro battezza Prisca seguendo attentamente le indicazioni del libro liturgico (certamente secondo il rito romano approvato dalla congregazione per il culto!)



Da qui, seguendo il Tevere, si giunge al ghetto al quartiere Renula in un quarto d’ora. Era tutta una zona commerciale, lungo il fiume, dove erano acquartierati gli ebrei del primo secolo e dei secoli precedenti, il luogo più probabile quindi del soggiorno romano di Pietro e Paolo.
Sono insomma in compagnia dei primi testimoni della fede, nei luoghi dove è nato il cristianesimo romano. E pensare che ne siamo gli eredi…


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