mercoledì 8 agosto 2018

Con san Domenico a Santa Sabina



Non avrei mai immaginato di celebrare la festa di san Domenico nella basilica di santa Sabina, la chiesa nella quale visse e dalla quale diffuse il suo ordine.
Una delle più belle basiliche romane. Edificata all’inizio del 400 ha subito le più varie trasformazione, diventando anche fortezza dei Savelli, la potente famiglia romane medievale. E proprio un Savelli, diventato papa Onorio III la concesse a Domenico, di cui aveva approvato l’ordine.

San Domenico aveva vissuto un paio di anni a san Sisto Vecchio, alle pendici del Celio, davanti a Caracalla. Così questa mattina, presto, ho fatto subito una passeggiata fin lì. Ma forse era troppo presto e le suore non mi hanno aperto. Domenico, su indicazione del Papa, aveva radunato in quel convento diversi piccoli gruppi di monache sparsi qua e là per Roma, dando vita alla Domenicane. Così era saluto a santa Sabina.


Adesso la basilica, dopo le trasformazioni barocche, ha ritrovato la sua sobrietà ed eleganza che la fa una delle più belle.
Vi ho celebrato con le COMI, ricordando il carisma della contemplazione che si traduce in annuncio evangelico. Ci siamo anche in fondo alla chiesa, dove un frammento di colonna ricorda il luogo dove Domenico passava la notte in preghiera, la sua contemplazione, che lo preparava a trasmettere quanto aveva scoperto nella preghiera.
Poi nel convento, alla cella, ora trasformata in cappella, nella quale il santo ha vissuto e dove si è incontrato con san Francesco, in quell’abbraccio che ogni anno non manco di ricordare anche su questo blog, segno profetico della comunione tra i carismi.


Nessun commento:

Posta un commento