sabato 4 agosto 2018

Alla ricerca di Dio


«In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!» (Gv 6, 24-35).

Ti cercano perché hanno visto che rispondi ai loro bisogni im­mediati, sintetizzati nel pane. Anche la Samaritana voleva da te l’acqua, così da non dover tornare al pozzo ogni giorno: una fatica in meno. Gente materialista che vuole soddisfare le esi­genze elementari della vita: mangiare e bere. Come ne sei delu­so! Pensavi che cercassero te, e invece cercano i tuoi miracoli, i tuoi beni. Ti seguono soltanto se sei utile a qualcosa, altrimenti si volgono verso altri, basta che offriamo loro da mangiare e da bere e tutto quello che dà soddisfazione.

Non siamo anche noi come loro? Quante volte ti cerchiamo soltanto perché abbiamo bisogno di qualcosa? Veniamo a chie­dere la salute, il lavoro, un favore, un altro… Tu stesso ci hai insegnato a domandare il pane quotidiano, a bussare… Ma ci hai anche detto di non preoccuparci di cosa mangiare, di come vestire, cose di cui si preoccupano i pagani e a cui il Padre, nel suo amore premuroso, provvede da sé, prima ancora che glielo chiediamo. Vorresti piuttosto che ci mettessimo alla ricerca di te e del tuo Regno, non delle cose, che pure ci dai.

Tu hai in serbo un cibo diverso, che noi non conosciamo; un altro pane che non deperisce e sazia l’anima e dà la vita piena; un’altra acqua che zampilla eternamente e disseta ogni nostro desiderio; un nutrimento misterioso capace di riempire il cuore di gioia, di soddisfare ogni desiderio più profondo, di aprirci il cielo. È lo stesso cibo di cui tu stesso ti sei nutrito compiendo la volontà del Padre, aderendo a lui con tutto te stesso, fino a essere una cosa sola con lui e vivere come egli vuole.

Anche per noi il nostro pane, la nostra acqua, sei tu, Dio sceso dal cielo per darci la vita che non muore.
Come duemila anni fa continui a rivolgerci le stesse parole, lo stesso accorato invito: Non fermarti ai doni che ti elargisco per le necessità quotidiane, non cercare le cose che passano, le emo­zioni effimere, le soddisfazioni terrene. Sì, sei umano e anche di questo hai bisogno, ma sei fatto per cose più grandi, più vere, quelle che rimarranno in eterno perché realtà di cielo. Quelle cerca, quelle brama.

So cosa dà veramente la vita: la tua parola, il tuo volere, il tuo pane eucaristico. Tu solo dai la vita vera.
Voglio te e mangio il tuo pane; voglio te e accolgo la tua parola; voglio te e compio ciò che mi chiedi in ogni momento. E vorrei condividere con tutti questo pane, che hai preparato non per un ristretto gruppo di persone, per pochi eletti, ma per il mondo intero. Soltanto nell’ascolto della tua parola e nell’ade­sione a te l’umanità trova la pienezza della vita, la gioia, la pace.




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