domenica 19 marzo 2017

Trinità dei Monti: troppo bello!



Tra i 1000 siti che saranno aperti al pubblico nelle prossime giornate del Fai del 25-26 marzo, spicca il convento e la chiesa di Trinità dei Monti a Roma.
Chi non ha visto, almeno in cartolina, la scalinata che parte dalla barcaccia del Bernini, in Piazza di Spagna, e sale fin su all’obelisco e ai bianchi campanili di Trinità dei Monti. Ma pochi hanno visitato il convento, difficilmente accessibile, come difficilmente accessibile è la maggior parte della chiesa chiusa a metà da una grande cancellata che divideva la zona riservata alle Suore del Sacro Suore. Anche per me era un sogno proibito.
Ho invece avuto la gioia di poter visitare i luoghi prima ancora che vengano aperti al pubblico. La storia sarebbe lunga, comunque sono stato invitato dalla nuova Comunità dell’Emmanuele a cui, da settembre, è stato affidato l’intero complesso, in accordo con la Santa Sede e il Governo francese a cui appartiene l’intera costruzione.



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Così, non soltanto ho potuto visitare quest’opera monumentale, ma anche conoscere la comunità dell’Emmanuele, che mi ha accolto con tutti gli onori, con aperitivi, pranzo, visita guidata… una cosa da gran signori! Quattr’ore vissute in contemplazione di un nuovo carisma nella Chiesa e dei capolavori dell’arte cristiana. Persone squisite, uomini e donne, laici, sposati, sacerdoti, animati da una grande passione evangelica e lanciati nell’evangelizzazione.






Le sale affrescate, il grande refettorio con le pitture del Pozzo, il chiostro… perché tutte queste ricchezze sono nascoste? E poi su per i corridoi del convento con gli originalissimi affreschi: l’astrolabio, i paesaggi anamorfici che visti di scorcio rappresentano san Giovanni evangelista a Pathmos e san Francesco di Paola in Calabria, mentre da vicino sono ricchi di paesaggi. Si sente ancora aleggiare la presenza di san Vincenzo de Paoli e dei suoi frati Minimi, per i quali i re di Francia costruirono chiesa e convento. Si notano purtroppo anche i segni di altri francesi, i soldati di Napoleone, vandali saccheggiatori e devastatori.


Anche la chiesa risente delle distruzioni dell’invasione napoleonica. Eppure gli affreschi cinquecenteschi, dopo i recenti restauri, brillano dell’antica luce, di colori accesi, di forme leggere e aggraziate. Le scene evangeliche e quella della tradizione cristiana lasciano incantati.

Quando andrò in pensione farò la guida turistica della chiesa per accompagnare le migliaia di visitatori che ogni giorno capitano lì per caso, e aiutarli ad ammirare questo straordinario mondo dell’arte, ancora oggi capace di raccontare il Vangelo e di commuovere.


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