martedì 21 marzo 2017

Sant'Eugenio a Trinità dei Monti


Affreschi delle sale del convento
Dopo lo scempio delle soldatesche napoleoniche, Trinità dei Monti fu restituita ai Minimi, per i quali era stata fondata chiesa e convento. Ne venne inviato uno solo dalla Francia, nel 1819, p. Bruno Monteinard. Il povero frate fece quello che poté, ma poi dovette ritirarsi, nel 1828, nel convento di Trastevere.
Quando nel 1826 sant’Eugenio fu a Roma per l’approvazione delle Regole, fu invitato dal padre Monteinard a presiedere le Quarantore, dal 4 al 6 aprile; una cerimonia, annota il fondatore degli Oblati nel suo diario, «che a Roma si fa con grande sfarzo». Il diario descrive tutti i particolari, annotando anche il grande afflusso di fedeli. Alla fine dei due giorni Padre Monteinard lo invitò a prendere la cioccolata.

Dopo che il Padre Minimo lasciò Trinità dei Monti, Leone XII espresso al re di Francia il desiderio che nel convento venissero ad abitare le Suore del Sacro Cuore, fondate da santa Maddalena Sofia Barat, per apire una scuola per le giovani romane. Da allora la scuola è fiorente, anche adesso che le suore sono partire per lasciare il posto prima alla Fraternità Monastica di Gerusalemme, ora a quella dell’Emmanuele.

Sant’Eugenio tornò a Trinità dei Monti anche nei successivi viaggi a Roma quando già erano presenti le suore, come il 19 agosto e il 9 ottobre 1833. Vi celebrò la messa anche durante un altro viaggio a Roma, il 14 luglio 1845, ed abitualmente, insieme al fedele compagno Tempier, durante il soggiorno del 1851, quando era in città per far approvare i cambiamenti alla Regola. Nelle cronache del convento si legge: «La nostra reverenda Madre generale ritrovò in lui [Mazenod] un amico devoto della nostra Società».

Mater Admirabilis
nel monastero di Trinità dei Monti
Santa Sofia Barat,
in un affreschi di Trinità dei Monti
Maddalena Sofia Barat, come sant’Eugenio, è una testimone della vitalità della Chiesa all’indomani della Rivoluzione Francese. A contatto con i Padri della Fede, che stavano ricostituendo la Compagnia di Gesù, fondò le Dame del Sacro Cuore per l’educazione e l’istruzione femminile, denominazione che, per motivi politici, fu ufficiale solo dal 1815. Le sue scuole si moltiplicarono in pochi anni in molti Paesi dell’Europa e del America del Nord. Nel dicembre del 1826 la Società ebbe l’approvazione pontificia di Leone XII, nello stesso periodo di quella degli Oblati. Alla sua morte la congregazione contava tremilacinquecento suore, in sedici paesi.

Sant’Eugenio ha avuto diversi contatti con Maddalena Sofia Barat, così come con un’altra cinquantina di santi e beati contemporanei. I santi nascono sempre a grappolo e si attraggono misteriosamente tra di loro!
Il primo contatto di sant’Eugenio con le Dame del Sacro Cuore avvenne nel 1811. Nel loro convento ad Amiens celebrò la sua prima messa, la notte di Natale. Nel 1823 incoraggiò sua sorella a mandare le due figlie, Natalia e Carolina, in collegio dalle suore, a Grenoble. Nel 1824 le bambine passarono nel collegio di Parigi. Nel maggio 1825 sant’Eugenio è a Parigi e ogni giorno celebra la messa nel collegio, dove Carolina è gravemente ammalata e dove morirà a 13 anni, assistita dallo zio. Nel 1835 le fa venire nella sua diocesi di Marsiglia e va spesso nella loro comunità e nel loro collegio: le cronache della casa annotano le visite del vescovo e sono ricche di episodi. Incontra più volte le suore in Svizzera e soprattutto, come abbiamo visto, a Roma, nella chiesa di Trinità dei Monti.

Un articolo della rivista “Missions OMI” del 1933 narra che «nel convento del Sacro Cuore, a Montigny-lès-Metz, si trova, in questo momento, una pronipote del venerato Fondatore, suor Maria de Demandoix-Dedons. 82enne, la buona suora ha tuttavia conservato la vivacità dell’animo provenzale, assieme a una buona memoria su mille particolari che riguardano il suo vecchio zio, il nostro venerato Fondatore».

Per una breve visita al convento:
http://video.repubblica.it/natura/roma-giornate-fai-di-primavera-alla-scoperta-di-trinita-dei-monti/270396/270849



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