sabato 19 marzo 2016

Ti seguiremo ovunque andrai

Oggi, domenica delle Palme, inizia l’ultima tappa del viaggio: Gesù prosegue avanti gli altri salendo verso Gerusalemme. Sempre avanti, senza esitazione, pur sapendo quanto lo aspetta. E sempre davanti ai discepoli: è la Via.
Loro lo seguono sempre, sono i seguaci. Lo seguono e rimangono con lui anche quando sono attanagliati dalla tentazione: “Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove”. Lo seguono anche quando sale al monte degli ulivi.
Se lo abbandonano o lo seguono “da lontano”, o lo rinnegano, ecco il “pianto amaro”, il pentimento, la decisione di ricominciare.
Lo seguono portando la croce con lui. Simone di Cirene è tutti loro, è tutti noi. Non si può essere suoi discepoli altrimenti. L’aveva annunciato a chiare lettere, come condizione indispensabile, subito prima di intraprendere il viaggio: “Se qualcuno vuol venire dietro me rinneghi se stesso, prenda la croce ogni giorno e mi segua” (9,23).

Vogliamo essere i tuoi discepoli, Gesù.
Ti seguirò ovunque andrai.
“Con te sono pronto ad andare in prigione o alla morte”.
Scusa la nostra pretesa, come quella di Pietro.
Sai che il desiderio è ardente e sincero,
anche se la carne è debole.
Non possiamo non seguirti, Maestro, Via nostra.
Ci hai legato a te e la tua sorte è la nostra sorte.
Ti seguiremo, ogni giorno.
Ti seguiremo in questa Santa Settimana,
nel cenacolo, sul monte degli Ulivi, in tribunale,
sulla croce.
L’attenderemo ogni giorno, la tua croce,
nei piccoli e grandi dolori che ogni giorno ci riserba,
con volti noti e inattesi.
La coglieremo dalla tua mano, come dono
che ci consente di condividere il tuo dolore.
Insegnaci ad abbracciare con slancio e amore
la tua, la nostra croce quotidiana
per essere veramente tuoi discepoli.

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