martedì 8 marzo 2016

Giovanni Canfora, un innamorato della Parola di Dio

  
Scartabellando in archivio trovo la testimonianza resa dal Presidente della Repubblica Italiana, On. Oscar Luigi Scalfaro, a p. Giovanni Canfora. Gli Oblati, in quanto missionari, sono gli uomini della Parola. P. Giovanni lo era anche perché, come altri Oblati, aveva dedicato tutta la sua vita allo studio e alla diffusione della Sacra Scrittura. Presidente dell’Associazione Biblica Italiana è stato un grande animatore di convegni e settimane bibliche per professori, sacerdoti, religiosi, laici (lo chiamavamo semplicemente: "Presidente"). Nato a Tortorici, in Sicilia, il 25 dicembre 1920, aveva seguito gli Oblati fin da piccolo. Professore di Sacra Scrittura allo Scolasticato di San Giorgio Canavese, ha passato gli ultimi anni della sua vita nella Parrocchia del SS. Crocifisso a Roma, dove è morto nel 2003. È qui che aveva conosciuto Scalfaro

Lo conoscevo da lontano, sapevo che era uno studioso di sacra scrittura, era presidente dell'associazione dei cultori, dei docenti, insomma dei Biblisti. Tra costoro, nomi famosi come il Padre gesuita Carlo Maria Martini […] Avevo sentito Padre Canfora in qualche Messa in Parrocchia e ne avevo gustato la breve predica: l'inquadramento storico, la pagina della vita di Gesù e la Sua parola. Non mancava nulla, eppure tutto chiuso in poco più di dieci, dodici minuti. La Parrocchia organizzava ogni anno qualche corso di approfondimento sui testi biblici e mi capitò di poter seguire quello sull'Apocalisse. […]
Una delle fortunate pubblicazione di p. Canfora 
In quella occasione l'incontro personale con Padre Canfora mi consentì di sentirne la profondità spirituale, la saggezza, la umana comprensione e la ricchezza umana non comune. Da allora iniziarono le sue visite a casa nostra. Erano visite desiderate, occorreva trovare qualche momento più libero per il Padre e per me. Allora con Marianna [la figlia del Presidente] abbiamo potuto gustare la sua compagnia, molto colta, molto amabile. […]
La sua vocazione scorse limpida, entusiasta, sem­plice. L'amore allo studio e la vivacità della sua intelligenza lo fecero indirizzare agli studi biblici. Questo è stato il suo impegno primario, il suo campo di azione, di insegnamento, di apostolato. Venne la prova dolorosa; un grave male lo colpì e Padre Canfora lo affrontò con tono di mirabile normalità e con sostanza di eroismo.
Lo incontrammo dopo l'operazione; con grande forza di volontà si faceva capire. Era sereno, totalmente, profondamente. Con semplicità sconcertante, perché vera, disse che aveva parlato tanto, poteva ormai tacere. Era il tempo del mio settennato [come Presidente della Repubblica] e quando gli impegni mi lasciavano uno spazio al mattino della domenica, il grande Padre Canfora veniva, dove io ero, a celebrare la Santa Messa. Domeniche irripetibili. Mi consegnava un foglietto con il commento alla liturgia del giorno, perché al Vangelo lo leggessi [in quel periodo P. Canfora era afono, in seguito all’operazione per il cancro alle corde vocali]. Erano quadri che ti introducevano immediatamente "in quel tempo". Il commento brevissimo entrava nell'anima e rimaneva lì, richiamo, conforto. Marianna, che da sempre era destinataria delle sue paterne attenzioni, portava il caffè e dopo breve colloquio famigliare ognuno tornava ai propri doveri. Grazie, Padre Canfora, illustre e umile, grande e semplice, amico della nostra anima, grazie!


Nessun commento:

Posta un commento